venerdì 29 aprile 2011
Scaramanzie
Con buona pace degli amici milanisti, il Milan meriterebbe di perderlo, il campionato. All'ultima giornata come noi abbiamo già amaramente sperimentato. Perché così capirebbero che oltre a tutto il resto ci ha pure questo difetto il PdC: porta sfiga.
Comunque, questa cosa qui non è una burla, anche se in più d'uno abbiam dubitato. E la si ritrova sul sito del Governo. Alla voce Presidente. Alla sottovoce Comunicati. Qui, per facilitarvi la strada. Che fa il paio con la comunicazione di qualche settimana fa. Quando disse che lui, il PdC, a cena non aveva cantato. In effetti è questione di rilevanza. Mica vorremo farci attribuire false dichiarazioni sul Milan no? Tanto quelle vere sul referendum le ha già fatte. Comunque mi fa impazzire l'idea che laggiù, a Roma, nell'ufficio stampa della presidenza, possa esserci un oscuro stagista al quale un rassegnato caposervizio ordina di vergare queste minchiate di [ir]rilevanza epocale. Che s'ha da fà pe' campà.
Comunque ieri sera mi son guardata Annozero, con quella faccia di bronzo del professor Battaglia pronto a sostenere non solo che le rinnovabili sono una grande truffa, (e già qui potremmo aprire qualche dibattito, per quel che mi riguarda), ma che il nucleare è del tutto sicuro tanto che a Chernobyl le morti attribuibili come causa diretta al guasto nucleare non sono state più di un'ottantina. Per altro, anche in Giappone, i ventimila morti non si son certo registrati per colpa di Fukushima. Fosse stata una farsa forse ci si poteva cercare la vis del paradosso. Solo che lui parlava sul serio, fingendo di crederci per altro. Del resto è - suppongo lautamente - pagato dalla presidenza del consiglio. Il che la dice lunga. Menomale che mia figlia studia al Polimi.
E comunque, terzo comunque della serie, ho buttato un occhio al Royal Wedding. Oltre ai poveri pennuti deprivati delle loro remiganti finite tutte sui cappellini delle ladies, ho notato la Queen in giallo, cosa ampiamente prevista anche dai bookmaker, un Elton John parecchio bolso e una sposa col trucco scuro in un matrimonio di mattina. Tsk tsk tsk. Non si fa. Belli però gli alberi in chiesa. Sembrava quasi la foresta di Sherwood e lui, di rosso vestito, poteva anche fare Robin Hood.
Comunque, questa cosa qui non è una burla, anche se in più d'uno abbiam dubitato. E la si ritrova sul sito del Governo. Alla voce Presidente. Alla sottovoce Comunicati. Qui, per facilitarvi la strada. Che fa il paio con la comunicazione di qualche settimana fa. Quando disse che lui, il PdC, a cena non aveva cantato. In effetti è questione di rilevanza. Mica vorremo farci attribuire false dichiarazioni sul Milan no? Tanto quelle vere sul referendum le ha già fatte. Comunque mi fa impazzire l'idea che laggiù, a Roma, nell'ufficio stampa della presidenza, possa esserci un oscuro stagista al quale un rassegnato caposervizio ordina di vergare queste minchiate di [ir]rilevanza epocale. Che s'ha da fà pe' campà.
Comunque ieri sera mi son guardata Annozero, con quella faccia di bronzo del professor Battaglia pronto a sostenere non solo che le rinnovabili sono una grande truffa, (e già qui potremmo aprire qualche dibattito, per quel che mi riguarda), ma che il nucleare è del tutto sicuro tanto che a Chernobyl le morti attribuibili come causa diretta al guasto nucleare non sono state più di un'ottantina. Per altro, anche in Giappone, i ventimila morti non si son certo registrati per colpa di Fukushima. Fosse stata una farsa forse ci si poteva cercare la vis del paradosso. Solo che lui parlava sul serio, fingendo di crederci per altro. Del resto è - suppongo lautamente - pagato dalla presidenza del consiglio. Il che la dice lunga. Menomale che mia figlia studia al Polimi.
E comunque, terzo comunque della serie, ho buttato un occhio al Royal Wedding. Oltre ai poveri pennuti deprivati delle loro remiganti finite tutte sui cappellini delle ladies, ho notato la Queen in giallo, cosa ampiamente prevista anche dai bookmaker, un Elton John parecchio bolso e una sposa col trucco scuro in un matrimonio di mattina. Tsk tsk tsk. Non si fa. Belli però gli alberi in chiesa. Sembrava quasi la foresta di Sherwood e lui, di rosso vestito, poteva anche fare Robin Hood.
mercoledì 27 aprile 2011
Di A Da In Con Su Per
Per per per per per per per per per per per per per per per per per per per per per per
Lo so che è un po' da snob. Però è una di quelle cose che mi son rimaste dentro dall'infanzia. Come le Ricola della mia mamma. E come la matita rossoblù che la maestra usava eccome. Perché ieri, quando ho letto la notizia sul Corriere e poi tutti i rimandi su Facebook, mi è proprio risuonata la voce di mia madre quando ero bambina: macchina per scrivere, macchina per cucire. Che lei, figlia di sarto e con un diploma del magistero stenografico nel cassetto, ci diventava matta. Che sarà mi una macchina da cucire? mi domandava. E della macchina da scrivere che te ne fai? L'ultima volta che ho usato la Lettera 22 è stata per l'esame di Stato, a Roma. Credo sia stata una delle ultime volte, poi hanno iniziato a consentire i portatili, con tutti gli accrocchi per bloccare periferiche e memorie. E già lì, per l'esame di Stato, era un anacronismo. E che fatica recuperare dal cartolaio i nastri, perché quelli rimasti in macchina erano talmente secchi che si sbriciolavano al primo colpo di martelletto. Però mi ricordo che prima, quando il pc non c'era e quando la macchina per scrivere la usavo per i lavori di scuola, ero più precisa e ponderata. Scrivevo dosando bene le parole, i punti, le virgole. Perché sbagliare voleva dire rifare. E non sempre c'era il tempo e la voglia. E per le copie in più, c'era la carta carbone, da infilare tra un foglio e l'altro, calcolandone l'orientamento in base all'usura. Rimpianti? Non credo di averne, se non per la cura che sicuramente mettevo quando scrivevo. Mi resta solo da capire se tra qualche anno qualcuno saprà ancora ridere dello sketch di Jerry Lewis. Quanto a Montanelli, va beh. Tra pad e mininotebook l'effetto si può riprodurre. Magari col wifi in più.martedì 26 aprile 2011
Nuclear Power
Non è che non lo si sapesse eh. Il punto è che forse non è abbastanza chiaro il perché si vuole evitare il referendum. E soprattutto quale altro referendum si vuole disperatamente evitare.
sabato 23 aprile 2011
Piove [sul bagnato]
Alla fine la partenza si è rivelata più intelligente del temuto. Praticamente ci siamo mossi dopo chiunque altro e siamo riusciti a evitare qualunque coda, Tangenziale di Milano inclusa. Probabilmente è stata solo fortuna, quindi non mi azzarderei a prenderla come prossima regola per i fine settimana da bollino rosso.
Stamattina, comunque, mi ha svegliata l'allegro ticchettio della pioggia sulle tegole. Confortante come l'idea di una seduta dal dentista. Che uno dice che "fa niente tanto ci si riposa", forse l'ho scritto giusto giusto ieri. Però non è che ci si creda del tutto, ecco. Uno il naso fuori vorrebbe anche metterlo, per dire. Cosa che abbiamo fatto appena ha smesso, infatti. Il tempo di scendere e scialacquare un po' di soldini al mercato, tra cibo e vestiti, che tiran sempre su il morale. Poi c'è la scusa che le bancarelle son quelle del Forte, che forse son più speciali delle altre, chissà.
E alla fine uno pensa che si sta bene anche così, col tempo che scorre, nel bello di stare tutti insieme.
Basterebbe non aprire il giornale, né accendere il pc.
Perché poi uno legge di Giovanardi che non ha niente di meglio da fare che scagliarsi contro la pubblicità dell'Ikea che parla di famiglie un po' più allargate dei suoi miseri orizzonti. E allora si domanda, una volta di più, se davvero ci sia una speranza in questo sciagurato Paese, o se invece il nostro destino sarà quello di ascoltare, una volta di più, un giorno dopo l'altro, grevi parole di grevi persone con grevi pensieri. Parole che piovono l'una sull'altra in un incessante ticchettio destinato a smorzarsi quanto più ne saremo sommersi.
Desolante.
Stamattina, comunque, mi ha svegliata l'allegro ticchettio della pioggia sulle tegole. Confortante come l'idea di una seduta dal dentista. Che uno dice che "fa niente tanto ci si riposa", forse l'ho scritto giusto giusto ieri. Però non è che ci si creda del tutto, ecco. Uno il naso fuori vorrebbe anche metterlo, per dire. Cosa che abbiamo fatto appena ha smesso, infatti. Il tempo di scendere e scialacquare un po' di soldini al mercato, tra cibo e vestiti, che tiran sempre su il morale. Poi c'è la scusa che le bancarelle son quelle del Forte, che forse son più speciali delle altre, chissà.
E alla fine uno pensa che si sta bene anche così, col tempo che scorre, nel bello di stare tutti insieme.
Basterebbe non aprire il giornale, né accendere il pc.
Perché poi uno legge di Giovanardi che non ha niente di meglio da fare che scagliarsi contro la pubblicità dell'Ikea che parla di famiglie un po' più allargate dei suoi miseri orizzonti. E allora si domanda, una volta di più, se davvero ci sia una speranza in questo sciagurato Paese, o se invece il nostro destino sarà quello di ascoltare, una volta di più, un giorno dopo l'altro, grevi parole di grevi persone con grevi pensieri. Parole che piovono l'una sull'altra in un incessante ticchettio destinato a smorzarsi quanto più ne saremo sommersi.
Desolante.
venerdì 22 aprile 2011
Mission Accomplished
Comunque, io andrò a votare per i/il referendum. Quanti ne rimarranno, cioè. Roba da Highlander. Battiquorum, anche tu, che per caso passi di qui.
Giarrettiere
Honi soit qui mal y pense, dicevano quei libertini dei francesi. Ma l'italianissimo Giulio, che sa ben di quel che parla, più saggiamente si è sempre detto convinto che a pensar male forse si pecca anche, ma chissà perché ci si azzecca sempre, o quasi. Per cui, l'idea che dopo aver spazzato via il referendum sul nucleare con un colpetto di spugna, adesso possano trovare l'escamotage per far saltare anche quello sull'acqua pubblica ha solo il sapore della conferma.
Che vogliano tenerci lontani dai referendum, dal Quorum, giusto perché ci si dimentichi che c'è anche un terzo quesito: quello sul legittimo impedimento.
Io c'ero quel giugno del 1990, mentre si votava il referendum sulla caccia e sui pesticidi. Mi ricordo la maratona radiofonica di RadioPop per il BattiQuorum. E mi ricordo che piansi di rabbia, quando quel quorum si fermò lì, poco più su del 40%. Altri referendum, da allora, sono andati deserti. Ma la frustrazione di quella prima volta me la ricordo ancora.
Per questo, spero che finalmente la gente (strana entità, lo so) si renda conto di quanto ci stanno turlupinando. E finalmente incazzata, ma incazzata davvero, il 12 e il 13 giugno vada a votare. Per dare il segnale più forte, con l'unica arma che ha: quella della democrazia che stanno uccidendo giorno dopo giorno.
Che vogliano tenerci lontani dai referendum, dal Quorum, giusto perché ci si dimentichi che c'è anche un terzo quesito: quello sul legittimo impedimento.
Io c'ero quel giugno del 1990, mentre si votava il referendum sulla caccia e sui pesticidi. Mi ricordo la maratona radiofonica di RadioPop per il BattiQuorum. E mi ricordo che piansi di rabbia, quando quel quorum si fermò lì, poco più su del 40%. Altri referendum, da allora, sono andati deserti. Ma la frustrazione di quella prima volta me la ricordo ancora.
Per questo, spero che finalmente la gente (strana entità, lo so) si renda conto di quanto ci stanno turlupinando. E finalmente incazzata, ma incazzata davvero, il 12 e il 13 giugno vada a votare. Per dare il segnale più forte, con l'unica arma che ha: quella della democrazia che stanno uccidendo giorno dopo giorno.
mercoledì 20 aprile 2011
Ceroni Remigio
Che uno è bene che se li segni certi nomi. Perché in un Paese senza memoria, l'impunità alla fine si concede a chiunque. Incluso chi sembra non aver di meglio da fare che proporre di cambiare l'articolo 1 della Costituzione con una nuova formula che magicamente, come nel gioco dei tre bicchierini, mette al centro il Parlamento, lasciando in secondo piano Colle, Magistratura e Corte Costituzionale. Chiano chiano, quatto quatto, lemme lemme, tentano di toglierci il terreno da sotto i piedi. Quel terreno nel quale affondano le nostre radici. Costituzionali.
martedì 19 aprile 2011
Surreale
Surreale Ballarò questa sera. Con la Gelmini e i suoi 25 "evidentemente", pronunciati con la sua "e" larga da bresciana, in quattro frasi. Con Cota e quell'espressione che ti domandi se ci è o ci fa e poi ti rispondi da sola "ci è, ci è". E di nuovo con lei, la MaryStar, che guarda basita un documento che "evidentemente" ha firmato senza aver letto, e che si aggrappa disperata all'unico appiglio che un'anima pia le mostra: "Non sono tagli, ma minori spese". La prossima volta dirà che semplicemente spostano le voci per l'Istruzione da Capex a Opex. Credendoci pure.
giovedì 14 aprile 2011
Comunque
Comunque sono a Barcellona. Anche se forse dovrei dire "ero", visto che sono in aeroporto. I miei colleghi dicono che dovrei prendere un piedaterre qui, vista la frequenza con la quale mi ci spediscono. Non che mi dispiacerebbe. Anzi. Poi ieri mi hanno pure risparmiato la cena sociale, il che significa che mi sono evitata le domande dei colleghi stranieri sull'Italia, Mr. B. e il bunga bunga. Che il correttore automatico lo trasforma in bimba bimba e la cosa avrà pure il suo perché. Comunque ieri sera son passata "casualmente" davanti a Desigual, quello sulle Ramblas. E ho sfiancato la carta di credito. Son soddisfazioni. Poi è venuto a trovarmi il collega spagnolo col quale avevo lavorato a San Francisco. Ma lui sa che non deve parlarmi di B. Quindi mi ha mostrato quanto è bello Tuttolibri sull'iPad. Che io lo sapevo già, ma sentire che da queste parti lo prendono come esempio da imitare mi riempie di quel minimo di orgoglio che rende un po' più dolce la giornata. Perché se dovessi pensare all'Inter, ecco, la dolcezza diventa amara.
Riassunto
È vero, ci ho tanto da fare. E poi ci ho anche le balle notevolmente in giostra e quando ho le balle in giostra mi vien poco da scrivere. E poi mi vien da fare un primo bilancio di questi primi tre mesi dell'anno, che le multinational, si sa, chiudono il quarter e vorrei chiuderlo pure io. Cioè, vorrei proprio lasciarmelo alle spalle. Oppure vorrei che qualcuno si avvicinasse alla mia porta e mi garantisse che ho già avuto tutta la dose di sfighe e di disgrazie che uno può ragionevolmente aspettarsi nell'arco dell'anno, solo che a me le hanno propinate tutte insieme. Tirerei un respiro di sollievo, ecco. Invece questa garanzia nessuno me la dà e io comincio a ricamare il drappo dell'annus horribilis. Che poi non è che se passo dalla visione ombelicale a quella allargata le cose van meglio. E l'aria di fine impero ha il fetore della monnezza lasciata al sole. Sai che meraviglia. Però ci sono. Nel caso a qualcuno la cosa interessasse.
domenica 3 aprile 2011
Lato B
Che il premier di nuovo abbia avuto un comportamento fuori luogo e fuori ruolo, intrattenendo per cinque minuti cinque un manipolo di sindaci campani del Pdl con una barzelletta di dubbio gusto e persino un po' vecchiotta è cosa che rattrista, più che scandalizzare. Trito rituale, sempre uguale a se stesso. Ma c'è qualcosa di più, in questa storia, che forse passa sotto silenzio. Ed è il motivo per cui quella delegazione di sindaci del Pdl è andata a ossequiare il capo, disposti persino a ridere a comando durante lo show, tutti fieri della loro bella fascia tricolore d'ordinanza.
I sindaci a Palazzo Grazioli ci sono andati per chiedere al premier di far sospendere la demolizione delle costruzioni abusive nel loro territorio.
Cioè, fatemi capire, un sindaco va in trasferta a Roma a chiedere al Presidente del Consiglio di bloccare un provvedimento varato per porre fine a un abuso? Se questa è la premessa, la barzelletta è davvero solo un corollario. Degno di cotanto pubblico.
I sindaci a Palazzo Grazioli ci sono andati per chiedere al premier di far sospendere la demolizione delle costruzioni abusive nel loro territorio.
Cioè, fatemi capire, un sindaco va in trasferta a Roma a chiedere al Presidente del Consiglio di bloccare un provvedimento varato per porre fine a un abuso? Se questa è la premessa, la barzelletta è davvero solo un corollario. Degno di cotanto pubblico.
venerdì 1 aprile 2011
Question Time
Perché, ditemi, perché quando sto incazzata, ma incazzata nera, ho una fame bulimica?
Giusto per restare in tema, il prossimo che dice che non si sa più che pesci d'aprile inventare
perché la realtà supera la fanstasia me lo sbrano.
perché la realtà supera la fanstasia me lo sbrano.
E ho fame.
Vorrei che nel mio Dna ci fossero le incazzature da inappetenza, ecco.
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