Dopo una domenica elettorale nevosa, ricca dunque di qualunque giustificazione per non fare davvero nulla per tutta una giornata - a parte una rassegna Sidney Lumet su Iris - iniziare la settimana con la notizia che Argo ce l'ha fatta e che Quentin Tarantino e Christoph Waltz si sono portati comunque a casa una statuetta è incoraggiante. A me, anche se lo si sapeva e i bookmakers lo avevano già detto, va bene anche la conferma di Daniel Day-Lewis, se pure Lincoln non l'ho visto. Però io per lui ho sempre avuto un debole, fin da My Beautiful Laundrette, per cui non faccio testo.
Questa sera, ed è questo che invece mi rende pesante la giornata, mi tocca una cena di lavoro. Che mi domando con che testa l'abbiano voluta proprio per oggi. Tanto saremo tutti lì con i cellulari in mano a cercare di capire che cosa viene fuori dalle urne. Anche se il galateo dice che non si fa, io lo so già che qualcuno alzerà la manina e dirà il fatidico "Vi spiace?" al quale tutti gli altri si uniformeranno, perché sarà l'unica cosa di cui ci importerà. Spero solo che sia breve.
Ah. Ho fatto anche delle belle foto alla neve in giardino. Ma ve le risparmio.
p.s. La Poison, giusto l'altro giorno, ha fatto il suo pronostico: la voglio come consulente quando avrò due euro per andare a scommettere da un bookmaker. Che lo sappia.
lunedì 25 febbraio 2013
mercoledì 20 febbraio 2013
Tom Sawyer e Huckleberry Finn non abitano [mica] qui
Però per fare di Un'estate da Giganti una rivisitazione in chiave belga (ora che ci penso anche la Nothomb è belga, no?) di Tom Sawyer manca l'ingrediente fondamentale: quella spensieratezza che rendeva lievi le avventure dei due ragazzini di Mark Twain e che qui sembra del tutto assente.
Perché in un mondo adulto che si distingue per assenza o per schizofrenia, gli sprazzi di ilarità dei ragazzi, che pure ci sono, sembrano artatamente entusiasti, volutamente sopra le righe.
Loro, i tre ragazzi, sono bravi però. Davvero.
Gli 84 minuti del film sono quelli che ci volevano. Uno in più sarebbe stato troppo.
Giàil fiume scorre lento. E non ci sono cascate ad accelerarne il corso.
domenica 17 febbraio 2013
Io e Amelie [e annessa richiesta di consiglio]
Con le Amelie, evidentemente, non c'è feeling. Perché io il film l'ho trovato stucchevole. E non mi ci sono appassionata. E pazienza se conosco qualche migliaio di persone che ogni volta che lo dico mi guardano stranite e si/mi domandano come sia possibile, traendo anche sconsolate conclusioni sui miei gusti cinematografici.
Idem, per il momento, posso dire della Nothomb.
Sono partita da Né di Eva né di Adamo, giusto perché era lì sull'ereader pronto per farsi leggere. Per carità, l'ho letto in fretta. C'è stato anche il momento in cui ho cercato di accelerare per capire come si sarebbe evoluta la faccenda.
Però alla fine mi ha lasciata tiepida. Tiepidina. Quasi fredda.
Perché una che scrive una cosa così: "Condividevo l'amore di Rinri per questa ragazzina felice. C'era qualcosa di nervaliano in questa atmosfera di festa morente con una giovane dalla bellezza leggendaria. Nerval in Giappone, chi l'avrebbe mai detto?", davvero si è messa seduta a studiare le frasi di maggiore effetto.
Lei che diventa elegiaca (testuale) davanti a una ciotola di noodles e che altrettanto testualmente definisce un americano "simpatico, cioè per niente zoroastriano" mi fa montare l'insofferenza.
Però, siccome per indole tendo a dare una seconda chance, la darò anche alla Nothomb.
Magari consigliatemi voi dove orientarmi.
Per il momento sono passata alla più rassicurante Alice Munro.
martedì 12 febbraio 2013
Ingravescentem Aetatem
Nevica. Ed era ampiamente previsto. |
Succede che il Papa si è dimesso. E per quelli che come me erano fermi a Celestino V, c'è stato subito chi ha ricordato che no, in tutto cinque papi, prima dell'attuale, avevano abbandonato il soglio.
L'ultima volta è stato comunque 600 anni fa, e questo rende l'evento sicuramente eccezionale che lo si guardi da un punto di vista storico, umano o ancora canonico.
Però, ed è questo il delirio cui sto assistendo da questa mattina, chiunque sembra essersi trasformato in vaticanista, esperto di motivazioni palesi e di oscure congiure, sufficientemente competente di questioni ecclesiali per tracciare i primi bilanci del settennato ratzingeriano, adeguatamente addentro nelle questioni vaticane da essere in grado di stabilire a priori il totonomi sul quale confluiranno i voti cardinalizi.
In pole position resta il Papa Nero, come quello dei Pitura Freska, che stuzzica l'immaginario con quel po' di esotismo che in genere si ridesta dopo una visita allo zoo.
Che a certi maestri del pensiero verrebbe da ricordare che non è poi obbligatorio scrivere su Twitter qualunque cosa passi attraverso i loro crani disabitati. Per dire eh.
Comunque stasera la campagna elettorale se ne è stata buona buona in un cantuccio e se va bene tiriamo anche domani. Poi Silvio troverà la nuova boutade per riaccendere i riflettori su di sé, malgrado il Festivàl.
Intanto nevica. Ed era ampiamente previsto.
Ho anche finito il libro della Nothomb.
Le do una seconda chance.
venerdì 8 febbraio 2013
Abili svicolamenti
Muotathaler Wetterschmöcker |
Sto accuratamente evitando di tornare a parlare di politica.
A dire il vero, dopo la grande sola dell'intervista Santoro-Travaglio-vs-Silvio che gli manderei Trapattoni a spiegargli cos'è una combine, rifuggo le tribune, i dibattiti, i talk-sciò. Per me potremmo andare a votare domattina, così la finiamo con la farsa. Nel caso ho già chiesto a mio fratello se può chiedere il ricongiungimento familiare per tutti noi su a Zurigo. Un po' di tedesco lo mastico, con lo Switzdeutch forse qualche difficoltà in più ce l'ho, ma posso sempre fare un corso accelerato da Martin Horat.
Ho anche accuratamente evitato il film dell'accoppiata Mazzantini-Castellitto al cineforum, che dunque per me ricomincia la prossima settimana. Non li reggo, lei soprattutto e lui quando lavora per lei. Mai contrastare le proprie idiosincrasie.
E poi ho preso per la prima volta in mano un libro della Nothomb. Perplessa.
Ma ne parlo quando sono arrivata in fondo.
lunedì 4 febbraio 2013
Hap + Leonard, con profumo di Vanilla
Basta Irlanda, almeno per un po'. Anche perché i progetti estivi da quelle parti sembrano al momento accantonati, quindi tanto vale.
Così l'intermezzo tra la pausa irlandese e la prossima onda, che ancora non so qual è, se l'è giocata Lansdale. Che a me piace. Punto. Esagerato, sboccato, scorretto, grandguignolesco, improbabile, surreale, le ha tutte, lo so. Ma a me piace. Soprattutto quando ci sono Hap & Leonard, e magari a un certo punto spunta Vanilla Ride. Perché alla fine è come leggere un fumetto, solo con tante parole in più. Ma la potenza immaginifica c'è ed è quella che conta. Spoiling su Devil Red, naturalmente, non ne faccio. Tanto basta cercare online.
Così l'intermezzo tra la pausa irlandese e la prossima onda, che ancora non so qual è, se l'è giocata Lansdale. Che a me piace. Punto. Esagerato, sboccato, scorretto, grandguignolesco, improbabile, surreale, le ha tutte, lo so. Ma a me piace. Soprattutto quando ci sono Hap & Leonard, e magari a un certo punto spunta Vanilla Ride. Perché alla fine è come leggere un fumetto, solo con tante parole in più. Ma la potenza immaginifica c'è ed è quella che conta. Spoiling su Devil Red, naturalmente, non ne faccio. Tanto basta cercare online.
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