venerdì 1 maggio 2009
Io Vagabondo
Altrettanto inevitabilmente precipito indietro nel tempo. Negli anni. A quel pomeriggio d'estate. Trent'anni fa, forse trentuno. Noi muti e increduli, in quella chiesa. Davanti a qualcosa che non capivamo, che non volevamo capire. E i racconti a mezza voce. Di te, che quell'ultima notte avevi chiesto a tua madre di toglierti la mascherina dell'ossigeno per respirare ancora come una persona normale, avevi detto. Di te che ci avevi fatto innamorare in tante, noi poco più che adolescenti perse dietro il tuo sorriso. Delle corse in bicicletta e dei pomeriggi con la chitarra in mano, che allora il tempo lo si passava così. Andiamo in pace e un'ultima canzone per te. L'avevi chiesta tu. Io un giorno crescerò e nel cielo della vita volerò. E io sento sempre lo stesso nodo in gola. Come allora. Non cresco mai.
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