Ok sono qui da cinque-giorni-cinque e praticamente non ho visto una beatissima cyppa, a parte il fantasmagorico convention center, il Fisherman's Wharf dove mi hanno trascinato due sere a cena, il Science Museum, dove mi hanno ri.trascinato sempre per una cena, rigorosamente DOPO l'orario di chiusura. A Fisherman's Wharf ho visto i leoni marini, però, e questo mi è comunque parso un bel diversivo.
In compenso ho visto come gli ammerikani riescono a organizzare un convegno da 41.000 persone facendolo sembrare quasi una scampagnata, dejeuner-sur-l'herbe inclusi. Bravi, non c'è che dire. Qui in questa sala dove sto rinchiusa per tutte le ore in cui non sono rinchiusa altrove si parlano un sacco di lingue e le facce sono di tutti i colori. Bello. Ho scoperto che la mia vicina di postazione, che viene dalla Malesia, lavora con un'altra collega con cui avevo trascorso una settimana a Taiwan qualche anno fa. Verrebbe da dire che il mondo è piccolo se non fosse per la banalità della cosa e, soprattutto, per la sua falsità. Non è proprio piccolo, no no.
Con i colleghi a Milano la situazione è quasi surreale. Lavoriamo sul ciclo delle 24 ore ormai, io attacco quando loro staccano e viceversa. Sembra quasi efficiente, se non fosse un po' oneroso, ecco.
Comunque stasera dicono ci sia la grande festa a Treasure Island. Solo per noi, per questo manipolo di 40.000, i Black Eyed Peas e la Steve Miller Band. Estiqwatzi.
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