venerdì 11 febbraio 2011
La rivoluzione russa [eccome]
I sanculotti puntano il dito contro il giacobinismo, poi si ricordano di aver letto da qualche parte puritanesimo e allora tirano in ballo pure quello che con i paroloni lunghi il popolo bue si confonde e dice comunque sì. Manzoni docet, ma non so se si ricordano il passaggio. In ogni caso, per quanto temuti, i giacobini italiani la rivoluzione non la san fare. Mica siamo in Egitto noi. Al massimo qualcuno inventa un decreto, richiede il ripristino dell'immunità parlamentare, si inventa di passare per Strasburgo, e gli altri rispondono in coro che no, così non si fa. E chiusa lì. Comunque, tutto questo sproloquio è per dire che io domenica in piazza ci vado. E non perché son puritana o perché mi interessi se le signorine dell'Olgettina indossano o meno le loro coulottes. Perché da donna e da madre di tre figlie femmine non mi piace che passi l'idea che per ottener qualcosa le donne debbano far conto sulla fortuna sulla quale si siedono. Perché non mi piace che le mie tasse siano destinate [anche] a pagare i lauti emolumenti a signorine senz'altra dimostrata dote se non l'avvenenza della quale madre natura e l'abile chirurgo le han dotate ma chissà come catapultate in Regione, in Parlamento o a Strasburgo. Perché non mi piace l'aria da così fan tutti e da così fan tutte. Perché non mi piace l'idea che tutto debba avere un prezzo. Che tutte si debba avere un prezzo.
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Ora si dice "così dan tutte". Anch'io darei. Chili di ceffoni.
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