Né la voglio diventare, nonostante ci sian dei giorni che
casa mia diventa una fucina di sperimentazione, soprattutto quando alle figlie,
non più abbastanza piccole per essere tenute lontane dai fornelli, piglia l’uzzolo
di tentare qualcosa di nuovo.
La questione del cibo e della cucina mi è venuta in mente sentendo ieri per radio Luca Bottura, che nella rassegna stampa di Lateral si è messo a far la recensione delle riviste di cucina. Compresa quella di cui la Clerici è direttora. – Oddio la Clerici direttora, ma vogliamo parlarne? -.
A sua volta la rassegna di Bottura mi ha offerto il destro per appuntarmi il primo libro letto quest’anno. Che non è una novità letteraria, né un libro cult. Semplicemente era tra i non-ancora-letti- che-prima-o-poi-avrei-voluto-leggere.
Così ho preso in mano Ehi Prof! Di Frank McCourt, che meritava di non essere messo nel dimenticatoio dopo quel capolavoro che per me è stato Le ceneri di Angela.
Il riassunto lo risparmio, anche perché credo che Wikipedia lo abbia fatto meglio di me, senza troppo spoiling. Però è un libro sulla scuola che vale la pena leggere, pur fatte le debite differenze tra il sistema educativo americano e il nostro.
Oltre Barbiana, oltre Pennac, ben oltre quei modelli strappacore e strappalacrime in stile Attimo Fuggente o Monalisa’s Smile, McCourt ci mette la giusta dose di ironia e disincanto, con quel po’ di autocritica che trasforma l’apparente autoincensamento in una ammissione di paraculaggine.
Il punto cruciale?
Questo.
Così si capisce tutta la manfrina sulla cucina.
La questione del cibo e della cucina mi è venuta in mente sentendo ieri per radio Luca Bottura, che nella rassegna stampa di Lateral si è messo a far la recensione delle riviste di cucina. Compresa quella di cui la Clerici è direttora. – Oddio la Clerici direttora, ma vogliamo parlarne? -.
A sua volta la rassegna di Bottura mi ha offerto il destro per appuntarmi il primo libro letto quest’anno. Che non è una novità letteraria, né un libro cult. Semplicemente era tra i non-ancora-letti- che-prima-o-poi-avrei-voluto-leggere.
Così ho preso in mano Ehi Prof! Di Frank McCourt, che meritava di non essere messo nel dimenticatoio dopo quel capolavoro che per me è stato Le ceneri di Angela.
Il riassunto lo risparmio, anche perché credo che Wikipedia lo abbia fatto meglio di me, senza troppo spoiling. Però è un libro sulla scuola che vale la pena leggere, pur fatte le debite differenze tra il sistema educativo americano e il nostro.
Oltre Barbiana, oltre Pennac, ben oltre quei modelli strappacore e strappalacrime in stile Attimo Fuggente o Monalisa’s Smile, McCourt ci mette la giusta dose di ironia e disincanto, con quel po’ di autocritica che trasforma l’apparente autoincensamento in una ammissione di paraculaggine.
Il punto cruciale?
Questo.
Così si capisce tutta la manfrina sulla cucina.
David legge una ricetta de coq au vin. Attacca con voce inespressiva ed esitante ma a poco a poco scopre ingredienti di cui non ha mai sentito parlare e sembra sempre più interessato.
David, adesso tu e tutta la classe prenderete nota della
data e dell’ora in cui nell’aula 205 del Liceo Stuyvesant hai declamato ai tuoi
compagni la prima ricetta della tua vita. Dio solo sa dove ti porterà quest’avvenimento.
Con ogni probabilità è la prima volta nella storia che una classe di scrittura creativa,
o di inglese, si mette a leggere in aula delle ricette di cucina. David, avrai
notato l’assenza l’assenza di applausi sfrenati: hai letto la ricetta come se
fosse una pagina dell’elenco telefonico. Ma non disperare; ti sei addentrato in
un territorio vergine. Quando ci torneremo sopra la prossima volta sono sicuro
che darai alla ricetta il valore che merita.
l'ammirazione sconfinata per quel libro indimenticabile che è "le ceneri di angela" ci accomuna!
RispondiEliminaChe meraviglia vero?
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