Credo di essere sul filo di lana per un pensiero in questa Giornata della Memoria. Pensiero che per fortuna non si limita al 27 gennaio, ma resta latente nella consapevolezza della vita di tutti i giorni.
Questa volta, però, non pesco film o libri, e neppure frasi, foto o poesie. Questa volta è solo uno sfogo. Un pensiero nemmeno troppo nascosto, la voglia di superare il fastidio.
Perché questo mondo iperconnesso nel quale ci muoviamo rende sempre più evidente il distonico distacco tra la commemorazione di circostanza e le frasi ingiuriose che non si prova nemmeno a tacere quando si parla di immigrati, di rom, di razze o religioni.
E allora ci si risparmino le scarpine rosse che spiccano nella foto in bianco e nero, i fili spinati, i pigiami a righe, le stelle, i triangoli, le camerate e i camini.
Ci si risparmi l'ipocrisia.
E che dire poi dei palinsesti televisivi?
Le commemorazioni anticipate a domenica, ah, la dura legge del talk show!, come le festività infrasettimanali. Peccato che il Giorno della Memoria non sia una festività. Per dire eh.
Fine dello sfogo.
Fino al prossimo.
Penso che il mondo d'oggi fagogita pure le proprie contraddizioni e sembra non esserci rimedio. Ha troppa fame. Tritura pure na cosa indigesta come l'Olocausto!! Hai ragione: è sempre latente. tt
RispondiElimina