giovedì 31 luglio 2014
De-Strutturalismi
Il viaggio è stato programmato ormai più di tre mesi fa. Itinerario, tappe, alberghi, alloggi. Tutto già fissato e confermato. E non mi sono ancora procurata una guida decente. Ho un sacchetto colmo di depliant, brochure, foglietti ereditati da amici, conoscenti e sconosciuti che ci sono già stati e li hanno condivisi con noi. Ma non mi sono ancora procurata uno straccio di guida che sia uno. Qualcosa di strutturato, normalizzato, ordinato. Il punto è che pur mancando ancora una settimana e pur essendo certa che il tempo se volessi potrei anche trovarlo, alla fine credo che non ci proverò nemmeno a cercarla, la benedetta guida. Che non dico il Baedeker, mi basterebbe qualcosa di un filo più semplice. Andrò in vacanza da destrutturata. Credo.
domenica 27 luglio 2014
Florilegi Collettivi
Sempre un po' fuori tempo massimo, lo so. Ma se il venerdì spesso rischia di essere un pandemonio, il sabato è il giorno dei giri, delle spese, del caffè con le amiche, del relax serale. Ma la settimana non è ancora finita, quindi... ecco un paio di segnalazioni.
Il blog che segnalo è un blog collettivo, una sorta di palestra di scrittura, nella quale si trovano contributi e spunti decisamente interessanti. E' un lab, a tutti gli effetti, come ben si intuisce dal nome (GallizioLab).
Io ci sono arrivata seguendo gli scritti di Mafe de Baggis, che per chi si occupa di blog e social media, oltre che di rete e socialcoserie, è una certezza. E mi è piaciuto. La mia vanità mi ha fatto anche balenare l'idea di prendervi parte, ma la consapevolezza della mia scarsa creatività ha frenato l'impulso sul nascere. Ma credo che per qualcuna delle mie conoscenze di blog la strada sia sicuramente spianata! :)
Una postilla al post, poi, voglio dedicarla non a un blog, bensì a un sito. Quello del NMAAHC, ovvero il National Museum of Afro-American History and Culture. In via di realizzazione a Washington, promette di essere un centro per raccontare la storia e l'eredità della cultura afro-americana in Usa. Il sito, in attesa che il museo apra i battenti, è già una promessa.
Il blog che segnalo è un blog collettivo, una sorta di palestra di scrittura, nella quale si trovano contributi e spunti decisamente interessanti. E' un lab, a tutti gli effetti, come ben si intuisce dal nome (GallizioLab).
Io ci sono arrivata seguendo gli scritti di Mafe de Baggis, che per chi si occupa di blog e social media, oltre che di rete e socialcoserie, è una certezza. E mi è piaciuto. La mia vanità mi ha fatto anche balenare l'idea di prendervi parte, ma la consapevolezza della mia scarsa creatività ha frenato l'impulso sul nascere. Ma credo che per qualcuna delle mie conoscenze di blog la strada sia sicuramente spianata! :)
Una postilla al post, poi, voglio dedicarla non a un blog, bensì a un sito. Quello del NMAAHC, ovvero il National Museum of Afro-American History and Culture. In via di realizzazione a Washington, promette di essere un centro per raccontare la storia e l'eredità della cultura afro-americana in Usa. Il sito, in attesa che il museo apra i battenti, è già una promessa.
giovedì 24 luglio 2014
Mi-Ami-Ma-Quanto-Mi-Ami?
Ovvero, bizzarrie made in Usa. Cioè, non è che non abbia fatto foto più serie nel mio mordi e fuggi a Washington. Ho riverito Lincoln, Washington e pure Kennedy (tutti, già che c'ero), ho omaggiato Martin Luther King, i morti del Vietnam, quelli delle battaglie del Pacifico e di quelle sull'Atlantico, sono passata da Georgetown e da Dupont Circlee ho fatto l'immancabile scatto davanti alla Casa Bianca e alla sede dell'FBI.
Ma davanti a questa targa, il mio animocazzaro zuzzurellone non ha saputo trattenersi. E fa niente se il proprietario era lì, seduto al volante. Del resto, se ti fai confezionare un tal capolavoro, lo avrai pure messo nel conto, no?
Ma davanti a questa targa, il mio animo
Recuperi cinematografici
Un viaggio aereo di 8 ore e mezzo è un'ottima occasione per recuperare qualche film perso durante l'anno, nonostante il cineforum. Uno, a dire il vero, perché io sono una che crolla e dorme.
Non so dire perché io abbia scelto Saving Mr. Banks, tra le tante opzioni. Forse perché lo pensavo leggerino e abbandonabile al primo cenno di palpebra calante.
In realtà non ho perso un frame e ho sparso tutta l'abbondante scorta di lacrime di commozione incurante del mio vicino di posto. Roba da finire col fazzoletto in mano e l'occhio devastato.
La storia è carina, oltre che vera: si racconta del viaggio che la scrittrice inglese (che in realtà era australiana) Pamela Lyndon Travers (che in realtà di cognome faceva Goff) fece da Londra a Hollywood per incontrare Walt Disney che da oltre 20 ani stava cercando di acquisire i diritti di riproduzione cinematografica del capolavoro della letteratura per l'infanzia Mary Poppins.
Sono le difficoltà economiche che spingono Travers a questo passo e l'accordo sarà comunque definitivo solo se si rispetteranno i suoi diktat: niente musical, niente cartoni animati, e neppure Dick Van Dyke.
Appunto.
Come sia andata a finire la questione lo sappiamo, visto che - io per lo meno - si conosce quasi più il film del libro, Però Emma Thomson è spettacolarmente acida. Credo di voler diventare come lei mano a mano che invecchio. Tom Hanks, non proprio il mio attore preferito, fa la sua bella figura nei panni di Walt Disnery.
Ah, p poi c'è anche Colin Farrel. E ho detto tutto.
Il secondo dei film-recupero l'ho visto stasera, nell'ultima serata del cineforum al coperto. Dalla prossima settimana all'aperto, Giove pluvio permettendo naturalmente.
Il film, dicevo, è Her, di Spike Jonze e con Joaquin Phoenix e la splendida voce di Scarlett Johansson (lei non si vede nemmeno in una sequenza del film) come protagonisti. Un po' lungo, un po' lento, il film non parla di tecnologia, pur essendo la tecnologia funzionale allo sviluppo della storia. Parla dei rapporti umani, della comunicazione, dell'estraniamento, dell'essere e del sentirsi soli. E lo fa con garbo e tanta malinconia. Quella malinconia a tratti struggente, che già avevo visto in Rachel in Blade Runner.
Va visto in lingua originale, perché non credo proprio che la voce della Johansson possa trovare una interprete in Micaela Ramazzotti.
Non so dire perché io abbia scelto Saving Mr. Banks, tra le tante opzioni. Forse perché lo pensavo leggerino e abbandonabile al primo cenno di palpebra calante.
In realtà non ho perso un frame e ho sparso tutta l'abbondante scorta di lacrime di commozione incurante del mio vicino di posto. Roba da finire col fazzoletto in mano e l'occhio devastato.
La storia è carina, oltre che vera: si racconta del viaggio che la scrittrice inglese (che in realtà era australiana) Pamela Lyndon Travers (che in realtà di cognome faceva Goff) fece da Londra a Hollywood per incontrare Walt Disney che da oltre 20 ani stava cercando di acquisire i diritti di riproduzione cinematografica del capolavoro della letteratura per l'infanzia Mary Poppins.
Sono le difficoltà economiche che spingono Travers a questo passo e l'accordo sarà comunque definitivo solo se si rispetteranno i suoi diktat: niente musical, niente cartoni animati, e neppure Dick Van Dyke.
Appunto.
Come sia andata a finire la questione lo sappiamo, visto che - io per lo meno - si conosce quasi più il film del libro, Però Emma Thomson è spettacolarmente acida. Credo di voler diventare come lei mano a mano che invecchio. Tom Hanks, non proprio il mio attore preferito, fa la sua bella figura nei panni di Walt Disnery.
Ah, p poi c'è anche Colin Farrel. E ho detto tutto.
Il secondo dei film-recupero l'ho visto stasera, nell'ultima serata del cineforum al coperto. Dalla prossima settimana all'aperto, Giove pluvio permettendo naturalmente.
Il film, dicevo, è Her, di Spike Jonze e con Joaquin Phoenix e la splendida voce di Scarlett Johansson (lei non si vede nemmeno in una sequenza del film) come protagonisti. Un po' lungo, un po' lento, il film non parla di tecnologia, pur essendo la tecnologia funzionale allo sviluppo della storia. Parla dei rapporti umani, della comunicazione, dell'estraniamento, dell'essere e del sentirsi soli. E lo fa con garbo e tanta malinconia. Quella malinconia a tratti struggente, che già avevo visto in Rachel in Blade Runner.
Va visto in lingua originale, perché non credo proprio che la voce della Johansson possa trovare una interprete in Micaela Ramazzotti.
mercoledì 23 luglio 2014
P-Ossession
I luoghi abbandonati, come questo blog, si riempiono di oscure presenze. Che i viandanti non notano, grazie all'efficace antispam di Blogger - credo - ma io si, visto che ricevo le notifiche sulla casella di posta.
Ora, la media si aggira sulla trentina di messaggi al giorno (questo significa che qualche volta ho toccato pure i cinquanta), con sproloqui vari, tutti, naturalmente, in inglese. Un inglese suggestivo e abborracciato che fa, più o meno, così
Ovvero parole a caso mischiate nel frullatore. Siccome mi han detto che per scacciare i fantasmi dalle case infestate basta abitarle, annuncio ai signori spiriti che la padrona di casa è tornata. Tiè. Si aprano le finestre, sia faccia giù la polvere, si spalanchino le porte. E voi... sciò.
Ora, la media si aggira sulla trentina di messaggi al giorno (questo significa che qualche volta ho toccato pure i cinquanta), con sproloqui vari, tutti, naturalmente, in inglese. Un inglese suggestivo e abborracciato che fa, più o meno, così
your mate a top-pass create from raw material?
so say howdy to your shop. Try to get the Sunday-go-to-meeting charge you can try and
you intent be certain that you accept scholarly a occurrence or two
weeks for your byplay. If a youngster in the section above, you can to
find
Ovvero parole a caso mischiate nel frullatore. Siccome mi han detto che per scacciare i fantasmi dalle case infestate basta abitarle, annuncio ai signori spiriti che la padrona di casa è tornata. Tiè. Si aprano le finestre, sia faccia giù la polvere, si spalanchino le porte. E voi... sciò.
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