lunedì 3 giugno 2013
Casalinghitudini antiche - Il Bucato
Sono una donna fortunata. Il bucato non tocca a me. Cioè non tocca a me il lunedì, giorno credo anticamente fissato per l'incombenza dai tempi in cui il ginocchio della lavandaia non era ancora patologia scomparsa, né il martedì e nemmeno il mercoledì. Possiamo scorrere tutta la settimana arrivando fino alla domenica. Ma non fa parte delle mie mansioni.
Fin dall'inizio della nostra vita in comune, l'uomo di casa aveva sentenziato che per lui fare andare la lavatrice, dopo anni di convivenza in case da studente senza contratti dell'Enel di sufficiente potenza a garantire il funzionamento di una macchina per lavare, rappresentava un momento di estasi. Figurarsi se mi lasciavo scappare l'occasione. Perché nel compito, sia chiaro, non rientra semplicemente il caricare la macchina e darle il via, ma implica anche lo stendere e il ritirare. Mica pizza e fichi.
Così ho ceduto lo scettro di ottimo grado e senza alcun rimpianto.
Certo, lasciare che del bucato si occupi un uomo significa soprassedere su tornate di biancheria con simpatiche sfumature rosa o blu, così come su felpe ridotte all'improvviso a formato mignon, buone forse per un chihuahua. Saran mica problemi vero? Adesso hanno inventato gli acchiappacolore, ma sono una novità troppo recente per i nostri 24 anni di bucati comuni.
Lui però, così come Henry Fonda-Frank Beardsley in Yours Mine Ours (va bene, Appuntamento sotto il letto è una traduzione schifida) si regolava con le scarpe, a riprova del suo spirito pratico si era inventato l'escamotage per le figlie: si vestivano degli stessi colori. Rosso, Blu, Verde. Ma in batteria. Così tre felpe rosse, tre pantaloni rossi, tre magliette rosse, magari moltiplicate per due-tre giorni, facevano una macchinata. E poi si poteva dare il via al giro del blu.
Semplice e a prova di errore.
Ora che le creature son cresciute, e che sanno come far andare la lavatrice, la distribuzione dei compiti non è più così fissa. C'è da dire che non son nemmeno più in età da subire senza batter ciglio i diktat cromatici del padre.
Poco male. Adesso si consola, dopo l'ennesima macchinata multicolor, al pensiero che con i pannelli sul tetto l'energia la paga il sole. Poi chiama au secour per stendere. Alla fine si stufa anche lui.
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quel film me lo ricordo proprio bene: una delizia. Ma l'incubo del bucato seriale, che ha perseguitato anche me, madre di numerosa prole, continua ad affacciarsi, di tanto in tanto. Nonostante i ritrovati moderni, nonostante la crescita della suddetta prole. Maledizione biblica? chissà?
RispondiEliminaOdy
Io mi ricordo le tre puffe vestite rigorosamente in batteria, seguendo le indicazioni paterne. A turno sceglievano con che colore si partiva. :D
RispondiEliminaLo faccio anch'io di vestire tutti in batteria!
RispondiEliminaQuel film l'hanno ritrasmesso proprio ieri! Fantastico un uomo che si occupa della lavatrice... il mio chiama il tecnico se si rompe... Buona giornata ciparla
RispondiElimina@Artemisia Bieco stratagemma da plurimamme!
RispondiElimina@ciparla Lo so è una rarità. Ma l'ha scelta lui la sua condanna :)))
RispondiEliminaDi' a tuo marito che, se si dovesse sentire frustrato a casa sua da questi figli INGRATI che non seguono più i diktat paterni,. io sono disposta a comprare i vestiti di qualsiasi colore egli preferisca, basta che poi a lavare, stendere e ritirare sia lui! :-)
RispondiEliminaIl mio uomo al massimo fa partire la lavatrice e la scarica... poi magari stende ma sarebbe meglio di no. DAmaindomino
RispondiEliminaInvece mio marito non sa caricare la lavatrice nemmeno seguendo il libretto delle istruzioni, gliele ho riscritte io "traducendole" quando sono dovuta partire, ma al ritorno ho trovato i mucchi di biancheria da lavare...
RispondiEliminama tuo marito è un sogno!!! un genere lavatrice e marito non vanno d'accordo....il mio quando c'era non sapeva neanche come affrontare la lettura delle istruzioni....ha sempre evitato...c'è da dire però che se le cose non erano stirate bene, non si lamentava....ci mancava pure !!:)) ciao! (ho provveduto a sistemare i commenti nel mio blog...non sapevo avessi messo delle limitazioni, probabilmente erano automatiche...*_* )
RispondiEliminaSarò strano, ma il mio rapporto con la lavatrice e annessi è stagionale. Tanto mi infastidisce in inverno, con tutti i maglioni, lo stendi biancheria in casa, il bucato che non asciuga...
RispondiEliminaTanto mi rilassa in primavera estate, la bellezza di stendere sul balcone (sempre pulire i fili prima), le lenzuola, i calzini ed il resto che sventolano al sole...
Ammetto che con i colori a volte sono ancora in difficoltà, ma credo sia patologico.
@Vi_Di :))) glie lo dirò!
RispondiElimina@Damaindomino: mi piace il sarebbe meglio di no :)
RispondiElimina@Renata: quella che non legge i libretti delle istruzioni, in casa, sono io !
RispondiElimina@mpt Grazie!
RispondiEliminaJosè: io ho provato a fingere di essere daltonica, per giustificare qualche malefatta!
RispondiEliminaIl concetto che non riesco a fare mio è il seguente: perchè di due capi azzurri, uno si lava coi bianchi e l'altro no perchè lascia il colore?
RispondiEliminaSono azzurri? sì...
...e allora?
Il fratello chimico mi aveva detto che dipende e dal tipo di colorante e dal tipo di fissante. Ma sull'etichetta mica lo scrivono eh.
RispondiEliminaPer di più, non so se ti è mai capitato, ma esistono anche i capi infidi: quelli che li lavi senza incidenti per mesi e poi all'improvviso ti fanno lo scherzaccio. Li odio
Hai avuto anche tu un asciugamani rosa?
RispondiEliminaNoi sì, e dopo diversi lavaggi ha pensato di scambiare due parole con la mia camicia...