domenica 31 ottobre 2010

Piccola Città

Sono giorni nei quali le cattive notizie arrivano veloci e precise come stilettate. Quelle braccia che ti prendono, ti mettono seduta, e quel tienti forte che sai già preludere a un inevitabile. E ti domandi anche se davvero abbia senso il tenersi forte, di fronte a destini dai quali non si torna più indietro. E in mezzo alle lacrime, ami gli abbracci, quelli veri, degli amici, dei colleghi, che piangono insieme a te e insieme a te cercano risposte che non ci sono, a meno di arrendersi a quella cieca fatalità che un giorno colpisce un amico, l'altro una ragazza che non ha ancora diciottanni. E speri che il telefono non suoni di nuovo.  Ma riconosci che c'è del bello e del buono anche in questo vivere in un posto troppo grande per essere piccolo, ma mai abbastanza grande per essere davvero città. Dove ci si conosce e si sa come ritrovarsi, se mai ci si è persi davvero. E ti accorgi di quella rete che si stringe intorno a te, della quale fai parte anche tu, maglia tra le maglie, che cerca e dà sostegno. Ed è l'unica cosa che davvero resta, insieme ai ricordi.

venerdì 29 ottobre 2010

Inversamente proporzionale

Quando il lavoro era una quasicertezza, la sede dell'azienda per la quale lavoravo e in qualche modo tuttora lavoro (fatte salve acquisizioni, cessioni, cambi di denominazione intervenuti negli ultimi tredici anni) era moooooolto lontano da casa mia. Ma molto molto. Tipo cinquanta chilometri. A tratta. Vale a dire cento chilometri. Al giorno. Di tangenziale. Che chi da Milano ci è passato sa di quale inferno sto parlando. Secondo solo al Gra, credo. Comunque, col tempo la certezza del lavoro è diventata meno certa. E i chilometri da cinquanta sono scesi a trentacinque. A tratta. Vale a dire settanta chilometri. Al giorno. Di tangenziale.
Tra un mese ci trasferiamo di nuovo. Da casa mia i chilometri diventano sette. A tratta. Vale a dire quattordici. Al giorno. E non di tangenziale, ma di stradine secondarie tra i campi. Temo fortemente per la stabilità della mia posizione lavorativa a partire dal prossimo anno.

mercoledì 27 ottobre 2010

Bookmania

C'è anche che in queste settimane mi sono persa del tutto dietro alla faccenda ebook. E questo è anche un po' strano per chi, come me, lontana dalle librerie non ci sa stare. E che quando va all'estero considera le librerie più o meno alla stregua di monumenti. E siccome all'estero le librerie sono luoghi così diversi da quelle che si vedono da queste parti, mi ci perdo e mi diverto.
Ad esempio, a San Francisco quella di Ferlighetti, dentro, è piena di cimeli, di stampe, di scritte, di ritagli di giornale e di fotografie. E di cartelli come questo, che fanno anche sorridere.


Però ci sono posti come questo, dove le recensioni dei lettori sono infilate tra gli scaffali, così che uno un'idea se la fa, magari solo perché un emerito sconosciuto di quel libro ha scritto proprio quella cosa lì. Adesso tutto è virale, come dicono gli espertoni di Internet, ma a me quei bigliettini mi fan tenerezza.


Comunque, a parte la Citylight, dove quel che conta è più l'atmosfera, tutte le altre librerie all'ebook ci fan più che caso. E non solo vendono i lettori, ma pure i servizi in abbonamento. Che è un po' come prendere il toro per le corna, intanto che ti viene addosso. Non sono sicura che non gli farà male, ma è meglio che star fermi ad aspettare.
E devo dire che io in questa nostalgia per il libro di carta non è che abbia voglia di indulgere. E' un po' come dire che uno rimpiange il fischio del fax. Va bene, farà tanto old economy, ma tra quei rotoli di carta termica che scivolavano per terra e una email, io preferisco la seconda. E per il libro è la stessa cosa. Che è un po' come addentrarsi nella diatriba tra contenuto e contenitore. Non è che un Oscar Mondadori sia poi così bello, per dire. E comunque l'altro giorno d'impulso l'ultimo Montalbano l'ho comprato. Al supermercato. Facendo comunque torto al mio libraio di fiducia. Però in viaggio e in vacanza ci sono andata con l'ebook. Anzi. Con gli ebook. Tanti. Abbastanza da ricordarmi quando me li scarrozzavo sulla spalla, in una borsa a rischio sovrattassa per RyanAir.


Captatio Benevolentiae



E' vero. L'ho fatto. Captatio Benevolentiae. La vostra. E sorrido. Grazie Grazie Grazie.

p.s. Lilith, rivederti mi commuove. Ti scriverò il perché.

Start Again

Non è che avessi fatto voto di star ferma un mese o giù di lì. Giuro. me ne sono resa conto adesso, leggendo la data dell'ultimo post, che la cosa sembra quasi voluta. E invece no. Semplicemente non ce l'ho fatta, per tutto questo tempo, a fermarmi e scrivere qualcosa. O forse ho avuto troppo da scrivere per altri luoghi e altre cose che mi sembrava di lavorare anche qui. Succede. E poi son successe cose, ho visto gente, sono andata qui e là. Comunque son tornata. Nel caso qualcuno si fosse accorto che non c'ero. E nel caso non me ne fossi accorta io.