venerdì 30 maggio 2014

Pettegolezzi

Va bene, lo dico. A me questa cosa Quentin Tarantino e Uma Thurman insieme 20 anni dopo fa quasi commuovere. E' che ci ho l'animo romantico, in fondo.


giovedì 29 maggio 2014

Piccole attese che danno soddisfazione


Lo aspettavo. L'ultimo libro di Murakami Aruki lo aspettavo proprio. Perché anche se a me la trilogia di IQ84 era piaciuta, è pur vero che faccio fatica a collocarla in cima alla sua produzione.
Per questo, il nuovo L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio lo aspettavo con la stessa ansia con cui si attende un amico dopo tanto che non ci si vede. E con lo stesso piacere l'ho letto.
Perché poi è un romanzo che parla di amicizia e dell'irrisolto che ognuno di noi, in quel pellegrinaggio che in fondo è la vita, si porta dietro. E di come prima o poi il momento arrivi perché l'irrisolto diventi risolto, per poter finalmente voltare pagina. Bentornato Murakami.



Ed è con la stessa trepidazione che aspettavo il ritorno di Salvo. Sì, lui. Montalbano. Da settimane cercavo nei vari blog dedicati al mondo dei libri tracce di una possibile data di pubblicazione, salvo leggerla lì, nero su bianco, dopo il Salone del Libro: 29 maggio. E non appena è stato prenotabile, l'ho prenotato.
Così, ieri sera, ho aspettato la mezzanotte come si aspetta Gesù Bambino a Natale, giusto il tempo di vedere la rotellina girare e... tac, vedere il libro lì, pronto per essere letto.
Il botto del trono fu accussì forti che Montalbano non sulo vinni arrisbigliato scantatizzo di colpo, ma per picca non cadì dal letto per il gran sàvuto che aveva fatto.
Ben tornato commissario.

venerdì 23 maggio 2014

Il Florilegio del Venerdì

Sono pigra, lo so. Per questo non c'è niente di meglio di un gioco per convincermi a tornare assidua nello scrivere. Questa volta Ody - adoro chi ha inventiva - suggerisce di allargare gli orizzonti. Ovvero proporre ogni venerdì un blog che ci piaccia e, se possibile, che sia un po' al di fuori delle nostre solite cerchie.
Ora - lo so che sono sempre quella dei preamboli, ma devo farli - io di blog ne consulto decine e decine, anche e soprattutto per lavoro. Per questo non è semplicissimo fare la selezione.
Così ho pensato che per il momento proverò a segnalare alcuni blog che mi sembrano particolari e che attengono ai miei interessi: cucina, libri, cinema, musica, politica e via discorrendo.
Fermo restando, naturellement, che i blog che sono segnalati nella colonna qui a destra rappresentano comunque già di per sé una proposta che condivido con chi passa. 


Bene, il preambolone è finito e partiamo con qualcosa di facile: la cucina.



Ehm... Avete presente quanti sono i blog di cucina? Facile: tanti. Troppi. Seri, faceti, prestigiosi, casalinghi, professionali, paludati, monotematici, ideologici e chi più ne ha più ne metta.
Però, se togliamo GialloZafferano, poi dove si va a parare?
Il blog che vi segnalo è curato da due donne, una delle quali conosco da molti anni. Si chiama l'Albero della Carambola e mi è piaciuto fin dall'inizio, a partire dal nome.
Perché? In primo luogo perché è scritto bene. Snobismo? Può darsi. Però mi piace anche l'idea di leggere senza troppi sobbalzi. E poi perché parla di cucina, ma soprattutto di gusto, di amore, di passione. Perché parla di cibo e di viaggi. Di cibo e di persone. Di cibo e di luoghi.
E poi perché mi regala un sacco di idee soprattutto quando ne sono sprovvista.
Basta, vero, per farvi venire un po' di curiosità?

giovedì 22 maggio 2014

Ho creato due mostri, forse quattro

Va bene, oltre un mese di silenzio. Il motivo è talmente banale che mi vergogno pure. Lavoro-lavoro-lavoro-lavoro. Talmente caotico che mi ha obbligato a rinunciare a un viaggio, di lavoro, per di più, negli Usa e ancor peggio alla gita annuale a Torino al Salone del Libro, che per me è come la gita di Pasquetta con fave e pecorino per i romani. Detto questo, il tema del post è un altro. 
I [nuovi] mostri


I miei genitori appartengono a quella generazione che viaggiava poco fuori Italia. Sicuramente contribuiva la scarsa se non nulla conoscenza delle lingue. Sicuramente preferivano entrambi girare in lungo e in largo per lo Stivale.
Fatt'è che a 84 anni uno e 82 l'altra li abbiamo spediti per la prima volta fuori confini. Molto fuori confini. Un viaggio organizzato, che rispondeva a un desiderio espresso qualche mese fa propri da mio padre, il più reticente dei due a lasciare il suolo natio e a imbarcarsi su un areo. Viaggio in comitiva, con accompagnatori e guide, vero, ma da qualche cosa bisognerà pur partire. A loro si sono aggiunte le sorelle di mio padre, due vispe gemelle ottantunenni, che si sono aggregate non appena l'ipotesi è semplicemente stata ventilata. Tutti insieme, mi è stato riferito, hanno alzato l'età media del gruppo. E di parecchio.
In questi giorni, premurosa e solerte, mi sono espressa in telefonate serali cui ho ricevuto come risposta grida di giubilo, frasi smozzicate ed entusiaste, un unico aggettivo ripetuto all'infinito e sempre al superlativo: bellissimo.
Ieri, ottavo giorno dalla partenza, mia madre ha insinuato un "stavamo pensando che potremmo anche andare a....".
Stasera atterrano: temo di dovermi rimettere all'opera per la loro prossima vacanza.