venerdì 26 aprile 2013

Sin City



Tornare per la quarta volta a Las Vegas nel giro di due anni rischia di essere un po' noioso. Soprattutto se ci si va per lavoro e dunque il tempo a disposizione non permette voli pindarici verso canyon o deserti, ma limita gli spostamenti a passeggiate su e giù per la Strip. Farlo con una collega alla sua prima volta nella città del peccato diventa però divertente, perché il suo stupore davanti a un tale concentrato di pacchianeria credo fosse identico al mio nella mia prima volta.
E comunque Las Vegas è forse l'essenza di quanto più "cheap" - e non parlo in senso economico - ci sia negli Stati Uniti. Cattivo gusto a oltranza, pance prominenti, obesità dirompenti, bibite king size, hamburger king size, lurex e latex come piovesse, tacchi vertiginosi e andature traballanti, musica incessante, tlin-tlin delle macchinette, sguardi vacui, fissi su un display che gira e il dito pronto a scattare sul prossimo giro.
Famiglie in gita, casalinghe palestrate a bordo piscina, hot girls in your room.
What happens in Las Vegas stays in Las Vegas. E così a Las Vegas si fuma nei luoghi pubblici, si raccattano indirizzi di call girls agli angoli delle strade, si beve e si ribeve, ci si sposa e si divorzia nel giro di una notte, nelle wedding chapels allestite direttamente nei mega alberghi. Si cammina in una finta antica Roma, dal cielo rosa e azzurro, in una finta Venezia gondolieri di colore intonano O' Sole Mio, mentre a Bellagio il giardino si riempie di tulipani e mulini a vento.
Voglia di sobrietà. Diciamo che gli Stati Uniti che amo sono altri, eh.

Nel deserto non ci sono problemi di spazio: l'importante è pensare "grande"

...oppure pensare "alto"
...oppure pensare "alto" e "grande"
A Las Vegas si può fingere che Bellagio sia in America
e poi fingere che in fondo ci sia anche un po' di Olanda
Però i fiori sono veri
Non c'è solo CSI. Troupe all'opera per un commercial
Ma anche nella Sin City, di qualcuno bisognerà pure fidarsi.




martedì 2 aprile 2013

Piripiripiri....


Piripiripiri....
E' stato questo il messaggio che ci siamo scambiati io e mio fratello sabato mattina. Bastava.
Poi domenica lui ci ha raggiunti al mare e alla fine Jannacci è stata la colonna sonora della nostra giornata insieme. Con quel bel po' di magone, l'ho visto negli occhi di mia madre, come quando si saluta qualcosa che non sarà più così. E se è vero che le mie figlie, grazie anche e soprattutto allo zio musicofilo, le canzoni di Enzino le conoscono eccome, è altrettanto vero che c'è qualcosa che appartiene solo a me e mio fratello, a quei noi bambini, e che ci lega a quel Piripiripiri....
Ce lo ricordiamo entrambi, così come se lo ricordano i nostri genitori, quel mangiadischi Geloso, il primo grigio, il secondo arancione. E quel Vengo anch'io suonato su un balconcino in montagna. Noi due bambini che cantavamo a squarciagola. E poi giravamo. Il lato B. Che allora voleva dire l'altra facciata del disco e nessuno pensava ad altri significati. Con quel Piripiripiri....straziato e straziante. E probabilmente non capivamo il senso, di quell'Alba poco alba, neppure mattiniera, anzi un po' mulatta. Ma ci commuoveva l'ultimo Piripiripiri.... che seguiva l'Alba, è urgente.