domenica 30 agosto 2009

Obituary


Pranzo in giardino col frate[llo] in visita dal suo buen retiro zurighese. Hai sentito della Pivano? Di Kezich, di Savona. Sembriamo due vecchi che sfogliano il giornale in cerca di necrologi. E poi lui mi dice di Willy Deville. Che io non lo sapevo proprio. Comunque lui non era solo quello di Demasiado Corazon.



E comunque

Il fatto che David Byrne ci abbia il suo bloggo e che ci racconti pure la sua esperienza con il Kindle mi fa amare ancora di più quest'uomo. Ecco.

Sticastico post

Noel Gallagher litiga con Liam Gallagher
e i Gallagher insieme non suonano a Milano.
Queste sì che son notizie.
(Devo dirlo al mio sindaco che qualche giorno fa già ululava per i problemi di traffico che il concerto in fiera avrebbe causato. )

venerdì 28 agosto 2009

Momarazzo




Divertissement.
Anche se io non la son mai stata e mica posso diventarlo ora.
Comunque i trucchi per momarazzarsi son
qui.

giovedì 27 agosto 2009

Scampoli

Di questi scampoli di news che lentamente vo recuperando, dopo giorni di volontario distacco, resta l'amara sopresa per la morte di Tullio Kezich. Che di quella della Pivano ero stata informata anche in terra d'Albione.

mercoledì 26 agosto 2009

Never without

Così, mentre sfogliavo il Corriere, mi è venuto in mente che se c'è una cosa di cui m'importa meno dei libri gratis di Paulo Coelho è la novità letteraria di Walter Veltroni. (solo perchè c'è la pubblicità sulla prima del Corrierone, ecco)

martedì 25 agosto 2009

Le mezze stagioni

E va beh che non ci sono più e che si stava meglio quando si stava peggio, e che dove andremo a finire signora mia, però a me questa storia di sprummer e sprinter manda un po' il latte alle ginocchia. (volevo dire fa cagare, però cerco di ricordarmi ogni tanto che dovrei essere una signora). E comunque mi sembrano degli energy drink. Schifosi, cioè.

venerdì 21 agosto 2009

Friendship

Mattinata di pioggia. Poco male. Il tempo è stato fin troppo clemente in queste due settimane. E poi è ormai ora di bagagli: meglio approfittarne ora.
I mostri minorenni giocano nelle loro stanze. Ridono. Alla finestra della casa di fronte un'altra bimba. Si salutano. Cominciano a farsi segnali con le torce. Lei risponde con la sua. Segnali, saluti, sorrisi, risate. Più tardi, sullo zerbino all'ingresso, una busta: To my friends at the window. Dentro un disegno e un saluto: it was funny. Loro rispondono con un altro disegno. Le buste, ritagliate, incollate, decorate, fluttuano da una buca delle lettere all'altra. Friendship, si comincia così.

mercoledì 19 agosto 2009

Gourmandise

Il branco di lupi famelici che ci portiamo appresso sembra apprezzare la cucina inglese nel senso più "traditional" del termine.
La serata a base di pies è stata un successo: dopo una tiepida accoglienza alla pie con funghi, prosciutto e formaggio, hanno cominciato a riscaldarsi davanti a quella di rognone, per approdare entusiasti a quella di manzo alla Guinness. Dove Guinness, va da sé, è la birra. Spazzolato lo spazzolabile eran pronti per il dessert, davanti a una cuoca per lo meno allibita.
Ieri, invece, è stata la volta di un altrettanto "traditional" breakfast. Dopo uova, bacon, pane tostato e funghi, sembravano buoni persino i baked beans. Purché annaffiati col tè. Giuro che a casa glie li rifaccio. Secondo la ricetta Heinz naturalmente. Poi ne riparliamo.

Gourmandise

Il branco di lupi famelici che ci portiamo appresso sembra apprezzare la cucina inglese nel senso più "traditional" del termine.
La serata a base di pies è stata un successo: dopo una tiepida accoglienza alla pie con funghi, prosciutto e formaggio, hanno cominciato a riscaldarsi davanti a quella di rognone, per approdare entusiasti a quella di manzo alla Guinness. Dove Guinness, va da sé, è la birra. Spazzolato lo spazzolabile eran pronti per il dessert, davanti a una cuoca per lo meno allibita.
Ieri, invece, è stata la volta di un altrettanto "traditional" breakfast. Dopo uova, bacon, pane tostato e funghi, sembravano buoni persino i baked beans. Purché annaffiati col tè. Giuro che a casa glie li rifaccio. Secondo la ricetta Heinz naturalmente. Poi ne riparliamo.

domenica 16 agosto 2009

La Quercia e la Mela

Dove una è quella di Robin Hood e l'altra quella di Isacco.
A Sherwood siamo andati forse più con la scusa dei ragazzi che per noi. Il do ut des con il quale avremmo compensato un'altra visita a un'altra città. Però, alla fine, mentirei se dicessi che non è stato piacevole anche per noi. La Grande Quercia è l'icona intorno alla quale si sviluppa un parco naturale nel quale è gradevole passeggiare, insieme a un discreto numero di "indigeni" anglofoni, tutti, rigorosamente, con cani di ogni razza e misura al seguito. Notevoli le querce secolari, anche se la regina incontrastata del Parco è lei, la Grande Quercia millenaria, straordinaria nella sua imponenza. Anche senza la romanticheria di Robin, Marion e la loro promessa d'amore, è semplicemente spettacolare. Naturalmente all'uscita il merchandising a suon di archi, frecce e Merry Men è inevitabile: l'esperienza di anni aiuta a non caderne vittime.
Sorprendente, a una ventina di minuti di macchina da lì, è invece Nottingham. Straordinariamente ricca di case e palazzi dalle architetture curiose ed elaborate, ha un centro vivacissimo. E comunque una puntata al più antico pub d'Inghilterra, scavato nella roccia e risalente al dodicesimo secolo, mica ce la potevamo perdere.
E poi c'è stata anche la Mela, dicevo all'inizio. Che è quella di Newton, per l'appunto. La mela, o per meglio dire il melo, sta a Cambridge e io lo so che mi lascio prendere da queste inezie, però vedere la pianta sotto le finestre di quello che fu il suo studio mi ha fatto uno strano effetto. Come quando ci si rende conto che in fondo le cose posson davvero essere andate così. Con lui che guarda fuori e comincia a porsi certe domande. O magari davvero una mela gli cadde in testa. Chissà...

venerdì 14 agosto 2009

PYO

In questa zona delle Midlands dove abbiam trovato casa è tutto un susseguirsi di paesini nei quali la cara zia Agatha e la vecchia zia Jane avrebbero potuto benissimo abitare. Con tanto di Vicarage dietro la chiesa che a me ricorda tanto "La morte nel villaggio". In mezzo, tra un paese e l'altro, le farm. Qualcuna col bestiame, molte che coltivan frutta e verdura. Così non è cosa rara imbattersi nei PYO, sigla pressoché oscura che cela il "Pick your own", a sua volta seguito, a seconda dei casi, da raspberries, strawberries, plums o apples. Tradotto in soldoni, significa: se ti interessa la mia frutta vieni e raccoglila da te. Credo che qualcosa del genere cominci a esserci anche dalle parti di Milano, ma francamente non ho avuto modo e occasione di sperimentarlo. Ma, ovviamente, qui non me lo son lasciata sfuggire. Ci abbiam provato con i lamponi, per evidenti motivi di gola. La cosa è molto semplice: si entra in una casetta di pietra al limitare del campo; dentro, su un tavolo, una pila di vaschette di plastica e un cartello: self service, raccogliete i vostri lamponi e al ritorno lasciate il denaro (one pound per vaschetta da circa mezzo chilo) nella "honesty box". Intorno nessuno, nemmeno per chiedere informazioni, volendo. Sul tavolo, al centro, la honesty box piena di monete e banconote. Aperta. Chissà perché ho la sensazione che da noi non potrebbe mai funzionare.

giovedì 13 agosto 2009

Poco desperate ma comunque Housewives

Ovvero la sindrome di Bree. Per quanto distanti dal modello casalinga ci vogliamo dichiarare, in realtà se non proprio Bree, per lo meno c'è una piccola Lynnette che alberga in noi e ogni tanto si fa viva. Così, parte integrante delle nostre vacanze è la spedizione supermercato, che contendiamo agli uomini del gruppo. Che ci accusano di avere un occhio speciale per le cazzate, ma vi indulgono tanto quanto noi. Il carrello si riempie rapidamente dei "fondamentali", per poi lasciare ampio spazio a scorribande nei reparti salumi e formaggi - sia chiaro, tra Cheddar e Stilton vince Stilton -, in quelli delle birre, dei vini, dei dolci. Ieri, però, c'erano anche loro a esplorare l'area tea e tisane. Ne abbiamo provata una spettacolare: the, latte, cannella, cardamomo, pepe e zenzero. Dicono riconcilii con il mondo. Fosse vero, credo potrei portarne a casa un bidone, RyanAir permettendo.

mercoledì 12 agosto 2009

London - Part One

Ovvero il battesimo del Tubo.
Alla fine, per muoversi a Londra, l'importante è trovare la formula giusta. Noi ce l'abbiam fatta con l'off-peak tariff: due adulti al prezzo di uno, ragazzi un pound e viaggi unlimited su metro e bus. Solo che non glie lo abbiamo spiegato che passare da una line all'altra spesso vuol dire infiniti giri in cunicoli e corridoi che sembran non finire mai. Al terzo cambio ci hanno odiato. Però li abbiam portati anche sul bus rosso a due piani. Solo divertimento: venti minuti in coda dal Parlamento a Trafalgar. A piedi ne sarebbero bastati cinque, ma vuoi mettere la differenza?
Il primo tour è canonico, del resto è la loro prima volta. Però in Hyde Park si son lasciati andare. Scalzi, in pieno sole, pancia all'aria e libro in mano eran molto più British di noi che con guide e cartine, alla fine, sembravamo solo turisti.

lunedì 10 agosto 2009

Tourists Attractions

È evidente. Siamo turisti. Le destinazioni, le mete, gli obiettivi sono quelli ben segnalati sulle cartine. Così la nostra prima gita è Oxford, dove ci regaliamo una giornata semplicemente a zonzo, tra College, cortili, cappelle, biblioteche e strade brulicanti di persone. Pranzo al mercato coperto, poi a piedi nudi nell'erba nel parco del Christ CHurch College. Sfuggiamo la tentazione della remata col barchino sul Tamigi e resistiamo anche alle suggestioni Harry-Potter-Style, il che, con la banda di adolescenti che abbiamo al seguito, ha quasi del miracoloso. Comunque Charles Dogson al Christ ci ha insegnato matematica e questo io non lo sapevo.
La seconda tappa, invece, ci ha portato a Stonehenge. Quasi cinque ore per un percorso di poco più di 200 km dà - credo - l'idea delle condizioni della viabilità britannica. Un incubo. E non c'è navigatore che tenga. Si va di cartine per studiare ogni possibile percorso alternativo.
Poco importa, però. Credo che se avessimo desistito ci sarei rimasta male. Il luogo ha per me tanto fascino, anche se, confermo, anche io come molti altri prima di me lo immaginavo più grande. Ovviamente i turisti son tanti, anche rispetto ad altri luoghi la presenza italiana è minima.
Restiamo per ore, fino al tramonto. Fino a che il sole non attraversa con gli ultimi raggi, i portali di pietra. Suggestivo, si. Tanto.

sabato 8 agosto 2009

Trucu.lenti

Il primo approccio con la guida sbagliata inglese è da panico. O da comica. Star seduta dove di solito ho pedali e volante con davanti il vuoto di una strada senza controllo ha un effetto esilarante. Meglio che Gardaland. Ogni curva un terno al lotto. Ogni incrocio una sfida a regole e convenzioni. Io ci metto del mio e sussurro litanie - il cordolo-il-marciapiede-il-paracarro / il marciapiede-il cordolo-il-paracarro / il-paracarro-il-marciapiede-il-cordolo - e ogni tanto mi scappa un grido come sulle montagne russe, ma senza braccia alzate. Loro, gli inglesi, fan di tutto per tranquillizzarti. Slow-slow-slow. SLOW NOW! Slow-slow-slow. SLOW NOW! Seguiti da un perentorio Kill Your Speed. Ma è al terzo Deadman's Cross che mi domando se dietro l'angolo troverò zia Agatha o Freddy Kruger in trasferta.

lunedì 3 agosto 2009

Che mica sarà sempre vacanza, no?

Ovvero, anche l'autunno porterà con sè qualcosa di buono.
O di bello.
E se Milano fa i teaser poster,
perchè non posso teaserizzare anche io, un po'?
E fa niente che teaserizzare non si dice.

domenica 2 agosto 2009

E comunque


Mergozzo sarà anche un paesino di duemila anime,
a parte le diecimila di ieri sera,
però, loro, come a nuiork le strade le chiamano con i numeri.
Altro che Fifth Avenue.
Con le dovute proporzioni, va da sè.


Casualties


Credo sia stato per ammazzare il caldo di un tardo pomeriggio all'alba di agosto. E anche quell'accenno di noia che di solito riempie l'attesa di qualcosa che deve ancora arrivare. [ma arriva, arriva] A Mergozzo ci sono i fuochi, stasera. In fondo è un'ora di macchina, lungo un'autostrada deserta, che il confronto con Mestre sembra quasi paradossale. E alla fine si arriva in un paesino che sembra quasi un presepe, appoggiato su un lago grande poco più di uno specchietto da cipria. E prima ti arrabbi, pensando che l'unica volta in vita tua in cui ti viene in mente di andarci è la stessa scelta da altri diecimila sfaccendati come te, tutti insieme ad affollare i vicoli e a vagare per il lungolago fino a quando fa buio. Fino a quando le luci si spengono e nel buio siam tutti con il naso all'insù. E, come bambini, facciamo tutti ohhh.