sabato 24 gennaio 2009

Dei giramenti di palle

E' vero, come dice un mio amico, che certe cose io da un'altra parte non le avrei scritte. Altre forse, ma con altri toni. O con altre parole. No, non avrei scritto cazzate, nè palle. E non per il sopracciglio sollevato del rompipalle di turno, ma semplicemente perchè c'è sempre quel sottile filo, troppo sottile, tra ciò che scrivi e la percezione di chi ti legge. Come quello che si mette le dita nel naso quando nessuno lo vede. Va beh. Del giramento di palle. Perchè se c'è una cosa che non sopporto è l'attribuzione di intenzioni. Perchè poi l'intenzione attribuita ti mette subito sotto processo. Senza altro avvocato difensore che te stesso. Che poi è vero che forse di meglio non ce n'è, però uno non è che ha voglia di dover sempre spiegare per filo e per segno tutto a chiunque. E di rispiegarlo. E vaglielo a dire che tu certe scelte le stai già facendo, perchè alle tue conclusioni ci sei già arrivata da sola, senza bisogno di scatenar sommosse. E che quel che ti impedisce di tagliare il cordone è quel tanto di te che hai lasciato in tre anni di pensieri, parole, opere e omissioni. E forse è per le omissioni che dovresti tagliarlo. Ma la forbice sta dentro nel cassetto. 

2 commenti:

  1. Sai, anche io ci ho pensato tanto, come te avevo un patrimonio di parole ed emozioni di 5 anni a pesare. Ci ho pensato per quasi due anni. Ma poi la repulsione per quel che accadeva in quel portale ha avuto il sopravvento. Ed e' stato come andare a vivere in montagna con l'aria buona e bei paesaggi.

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