venerdì 12 marzo 2010
Semanticherie
Mia nonna la chiamava Standard. E io non lo capivo perché, dal momento che io la rd finale non l'avevo vista mai. Poi l'ho saputo che c'entrava Mussolini e che si era inventato una cosa che significava Società tutti articoli nazionali dell'abbigliamento. Una schifezza, cioè. Comunque su quella rd finale un po' ci discutevamo. D'altra parte, ai tempi suoi, la Standard (con la rd) stava di fronte all'Onestà. E questo la dice lunga dei tempi che erano. Comunque adesso a Milano tutte le Standa (senza la rd) sono diventate Billa e le insegne rosse sono diventate gialle. E siccome ora è una questione di marketing, ché le questioni di capitale se le son già risolte altrove, la città pullula di cartelloni che sfrizzolano al claim Bella Billa. Quando vivevo in Austria Billa voleva solo dire che costava poco. Ed era appena un po' meglio del Lidl, quando i discount erano davvero hard.
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Beh, e che dire dell’UPI, Unico Prezzo Italiano, la catena di grandi magazzini creata alla fine degli anni’20? La M finale venne aggiunta in seguito, per differenziarsi da un’omonima agenzia pubblicitaria.
RispondiEliminaTutta la merce in mostra aveva lo stesso prezzo, 1,2,3 e 4 lire; la cosa più buffa è che per evitare che mendicanti e ladri fottessero qualcosa si pagava …all’entrata.
O______x
la mia mamma abita sopra ad una ex standa, poi coin ora come dici tu billa, ci litiga in continuazione per via della nostra cantina e del conseguente affitto!!!
RispondiEliminaah ecco cos'erano quei cartelloni che vedevo anche qui a ge!!!!
RispondiEliminama la standa non era diventata di proprietà dei fratelli coin? mi ricordo che appena era passata a loro, qui era subito scattato il piano di razionalizzazione.....
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RispondiEliminaE' vero, l'Upim me l'ero dimenticata!
RispondiEliminaStanda io non la frequento da quando era proprietà del PdC. Il cambio di insegna l'ho notato in questi giorni e devo dire che mi ha fatto sorridere l'idea della spesa che si fa bella, quando altrove significa solo che è a buon mercato.