[il doodle vien dopo il post, ma ha il suo bel perché nel mio celebration day]
Questo fine settimana, il posto dove abito [
va bene, dove ho sempre abitato prima di spostarmi in un posto decisamente più piccolo ma comunque vicinissimo] si è ricordato di essere città. E quindi, come ogni città che si rispetti, non poteva farsi sfuggire l'occasione del bel festival estivo, che fa sempre tanto richiamo e magari i commercianti tengono aperto la sera, cacciano un po' di lira per sponsorizzar qualcosa, nella speranza di rientrarci con le stratosferiche vendite notturne. Concretamente, un bel festivalone musicale, da tenersi nelle vie del centro. Cinque palchi cinque, disseminati nel raggio di circa un chilometro. Quattro dedicati ai vari tributi, da Santana ai Kiss, dai Rolling Stones ai Blues Brothers, con il grande palco centrale destinato agli special guest. I Dari la prima sera, mica pizza e fichi. Ragazzine in delirio per quattro emo, uno con lo jabot e un altro coi capelli turchini, come la fata. Che lo so che si scrive dARI, ma ci avevo già messo del mio per capire che non erano Darii, come gli Elii, che han suonato la sera dopo. E comunque io ero convinta che i Dari[i] si chiamassero così perché tutti o quasi i componenti del gruppo fanno di nome Dario. Nu. Di Dario ce n'è uno, tutti gli altri son Andrea, Alberto e Vattelapesca. La seconda sera è toccato a Elio, Rocco, Faso. Piazza impraticabile,
[in fin dei conti negli altri trecentosessantadue giorni dell'anno questo è solo un paesone], acustica pessima. Però a fine concerto han tirato la bordata alla giunta ciellin-razzista e han spiazzato un po' tutti. Emmenomale, vien da dire. Ieri sera toccava a Marco Carta, a
everylake, l'uomo dei laghi, e a qualche miracolato di Amici o X-Factor. Troppo anche per me. Tanto più che in un'altra piazzetta, su un palco collocato saggiamente sopra una fontana che ricorda un brufolo scoppiato, si esibiva il mitico gruppo che suonava ai tempi del liceo. Tutti i concerti di Natale e fine anno scolastico erano loro appannaggio e metà della popolazione femminile delle scuole superiori di allora andava in deliquio per loro. Soprattutto per il cantante che, complice una vaga somiglianza con Roger Daltrey, si faceva chiamare Tommy. Very classic rock, voglio dire. Led Zeppelin inclusi. Reunion un anno fa, credo dopo almeno un ventennio. E tutto il pubblico di allora che ritorna, ogni volta, ad ascoltarli. E per quanto qualcuno i capelli li abbia bianchi, e per quanto qualcuno i capelli li abbia persi, per quanti chili in più e diottrie in meno questo pubblico è riuscito ad accumulare, la differenza tra un qualsiasi lamento di Valerio Scanu e la potenza di un "Love reign over me" sa ancora sentirla.
Nostalgia? Ma noooo....
RispondiEliminaNo, nessuna nostalgia, credo. o forse un po' del tempo passato, ma non perduto. devo dire che i componenti del gruppo erano bravi allora, sedicenni, diciottenni, ventenni, e lo sono anche oggi che i cinquanta son più vicini dei quaranta. E comunque ci sarebbero un po' di riflessioni da fare sulla musica che va e quella che resta. :)
RispondiEliminaho letto il tuo post, ti rimando riferimenti :)
C`è un errore: hai scritto Marco Carta, l`uomo dei laghi. In effetti è Valerio Scanu, cantante insopportabile.
RispondiEliminaqualcosa mi dice che oggi è il tuo compleanno. se è così tanti auguri off topic
RispondiElimina@anonimous: a dire il vero no, non c'è errore. Tra Marco Carta e l'uomo dei laghi alias everylake c'è una virgola. Il che significa che c'erano tutti e due. arghhh. :)
RispondiElimina@Dantès: in topic, grazie! :)
RispondiEliminaE che un bel brivido me l'hai regalato, soprattutto per come maneggi la materia ROCK!!!! BBbrrrrr
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