lunedì 6 settembre 2010

Tell me why I don't like Sundays

Che ieri mi ci son messa pure io ad ascoltare l'ex che parlava da Mirabello. E non è che ne andassi proprio fiera. Però, va a capire che magari si svoltasse davvero. Va bene, ha detto tante cose, condivise e condivisibili per di più. Però lui sta là e vuole un patto di governo. Qualunque cosa sia un patto di governo. E alla fine, dopo tutto l'entusiasmo per il compagno Fini, a me vien solo da dire che io le vesti non me le strappo. Perché tendo a ricordarmi chi è Gianfranco. E lui non ci tiene a dimenticarlo, visto che son settimane che con il suo amico Italo va ribadendo ai camerati che sta a destra. Non a sinistra. Né ci andrà, a sinistra. E allora mi ci incazzo. Perché ci voleva che il tavolino a tre gambe perdesse una gamba per farlo traballare. Mentre l'opposizione... Do you know o-p-p-o-s-i-z-i-o-n-e? Va beh. Bersani in questi giorni deve aver cambiato il ghost writer. Fa battute che vorrebbero essere ficcanti. Magari lo sono anche. Il punto è che non mi sembra che si abbia bisogno di un battutista. Per quello basta e avanza il barzellettiere di Arcore. Anche ammettendo che le elezioni si possano vincere a colpi di boutade, sarà mica il caso di provare a costruir qualcosa? Anche Zelig, alla quindicesima edizione stufa.

1 commento:

  1. finalmente! qua in giro impazzano tutti per il compagno Fini. e se dici che non ti dimentichi di chi è stato (ed è), ti guardano come se tu fossi filo-Berlusca.
    (Ody)

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