giovedì 23 dicembre 2010

Ghe pensi mi

Che credo sia una delle espressioni del bauscia meneghino che meno mi piace. Soprattutto perchè la penso sempre pronunciata con la voce del diversamente alto che sta a Palazzo Chigi.
Comunque a Natale ghe pensi mi. Cioè, invento, penso, cerco e trovo regali. Per tutti. Perché prima erano le bimbe, che tu sai meglio di me cosa vorrebbero avere, poi loro son cresciute e allora non son più bambine e lo sai bene che non è facile, poi il papà per la mamma, poi il fratello per mamma e papà, che ci pensi tu vero, che mica sto a portare poi da Zurigo, poi il suocero per il marito, che io non li conosco più i negozi e poi con questo caos non mi muovo volentieri.
Invece io sì. Io caracollo volentierissimo dopo l'ufficio, entrando a mò di razzo da una parte e poi dall'altra, con la mia checklist ben salda in mano. Che in realtà, forse la cosa più lunga è stata proprio la checklist, perché io ci ho anche questo difetto, che a me i regali in serie non piacciono mica e allora sto a pensare, architettare, combinare. Fino al rush finale.
Pensavo di farne una nuova professione. Per il prossimo anno. Se mi pagate, ghe pensi mi.

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