martedì 29 giugno 2010

Tecnicherie

Ora, lo so che tecnicamente la definizione potrebbe essere corretta, però, che Daria Bignardi sul Il Post si autodefinisca o si lasci definire giornalista freelance mi sembra per lo meno paradossale. Soprattutto se si tien conto di un contratto appena firmato per La 7 e di quanto costano le sue collaborazioni. I freelance veri, quelli senza alcun contratto e pagati a babbomorto 1 euro a riga quando va bene potrebbero aversene a male. Oppure reclamare equità di trattamento. Per dire eh.

Semanticherie

Non per essere pignoli a tutti i costi, però alla fine, ridotta o meno che sia stata la pena, Dell'Utri è stato condannato. E non per aver guidato in stato di ubriachezza e nemmeno per schiamazzi molesti e financo nemmeno per aver rubato mozzarelle adulterate. Mafia si chiama, mafia.
E checchè dica MaryStar, il concorso esterno in associazione mafiosa è un reato, non una anomalia. Ecco.

lunedì 28 giugno 2010

Adolescenzerie

[il doodle vien dopo il post, ma ha il suo bel perché nel mio celebration day]

Questo fine settimana, il posto dove abito [va bene, dove ho sempre abitato prima di spostarmi in un posto decisamente più piccolo ma comunque vicinissimo] si è ricordato di essere città. E quindi, come ogni città che si rispetti, non poteva farsi sfuggire l'occasione del bel festival estivo, che fa sempre tanto richiamo e magari i commercianti tengono aperto la sera, cacciano un po' di lira per sponsorizzar qualcosa, nella speranza di rientrarci con le stratosferiche vendite notturne. Concretamente, un bel festivalone musicale, da tenersi nelle vie del centro. Cinque palchi cinque, disseminati nel raggio di circa un chilometro. Quattro dedicati ai vari tributi, da Santana ai Kiss, dai Rolling Stones ai Blues Brothers, con il grande palco centrale destinato agli special guest. I Dari la prima sera, mica pizza e fichi. Ragazzine in delirio per quattro emo, uno con lo jabot e un altro coi capelli turchini, come la fata. Che lo so che si scrive dARI, ma ci avevo già messo del mio per capire che non erano Darii, come gli Elii, che han suonato la sera dopo. E comunque io ero convinta che i Dari[i] si chiamassero così perché tutti o quasi i componenti del gruppo fanno di nome Dario. Nu. Di Dario ce n'è uno, tutti gli altri son Andrea, Alberto e Vattelapesca. La seconda sera è toccato a Elio, Rocco, Faso. Piazza impraticabile, [in fin dei conti negli altri trecentosessantadue giorni dell'anno questo è solo un paesone], acustica pessima. Però a fine concerto han tirato la bordata alla giunta ciellin-razzista e han spiazzato un po' tutti. Emmenomale, vien da dire. Ieri sera toccava a Marco Carta, a everylake, l'uomo dei laghi, e a qualche miracolato di Amici o X-Factor. Troppo anche per me. Tanto più che in un'altra piazzetta, su un palco collocato saggiamente sopra una fontana che ricorda un brufolo scoppiato, si esibiva il mitico gruppo che suonava ai tempi del liceo. Tutti i concerti di Natale e fine anno scolastico erano loro appannaggio e metà della popolazione femminile delle scuole superiori di allora andava in deliquio per loro. Soprattutto per il cantante che, complice una vaga somiglianza con Roger Daltrey, si faceva chiamare Tommy. Very classic rock, voglio dire. Led Zeppelin inclusi. Reunion un anno fa, credo dopo almeno un ventennio. E tutto il pubblico di allora che ritorna, ogni volta, ad ascoltarli. E per quanto qualcuno i capelli li abbia bianchi, e per quanto qualcuno i capelli li abbia persi, per quanti chili in più e diottrie in meno questo pubblico è riuscito ad accumulare, la differenza tra un qualsiasi lamento di Valerio Scanu e la potenza di un "Love reign over me" sa ancora sentirla.

venerdì 25 giugno 2010

Today

Ho passato metà di questa lunga giornata ad ascoltar e discettar di ebook. E la cosa mi piace sempre sempre sempre sempre più. Devo aver sbagliato mestiere. Credo. Temo.

Per dire

La partita ieri non l'ho vista. In ufficio, devo dire, avevano organizzato due-dicasi-due sale visione, al primo e al sesto piano. Ma non so chi ci sia davvero andato. Io mi sono accontentata di Repubblica, fino al primo gol. Poi della radio. Perché io, che son furbissima, ho pensato di mettermi per strada prima, che magari non c'era nessuno, e riuscivo ad arrivare a casa a orari umani. La tangenziale piena di furbi come me. Dev'essere la legge di quel tal Murphy, che di solito c'entra sempre. Comunque per radio non è che facessero la radiocronaca. C'eran solo tre idioti che se la contavan su, ridevan tra di loro e ogni tanto ci infilavano un imbarazzante che serviva a trasmettere adeguatamente il mood.
Anyway, la partita è andata come è andata, il mondiale è andato del tutto. E qui ci stanno tutti i bla-bla-bla del ce lo siamo meritati e del tutti a casa, inclusi gli occupanti a ufo di un carrozzone forse convinto che in Sudafrica ci si andasse a far ferie.

Tuttavia, e sottolineo tuttavia, a me una considerazione a margine viene. Leggendo e sentendo il sacro fuoco dell'indignazione che anima i miei connazionali nei luoghi deputati, vale a dire su Facebook e nei bar, mi domando perché basti una partita di calcio [va beh, facciamo anche tre] per voler cambiare nazionalità e perché lo stesso fervore e amor patrio non si riscontri per questioncine come quella di Brancher.

E allora il mio ce lo siamo meritati oggi vale doppio.
E giuro che il secondo è ben più pesante del primo.

mercoledì 23 giugno 2010

Question Time / Help requested

Dicheno che questo nuovo template non piacerebbe a Safari. O viceversa, non saprei. Fatt'è che chi desiderava commentare i miei sproloqui da Mac ieri non è riuscit*. Dal basso del mio pc, con Explorer e Chrome non sono in grado di verificare la questione. Per caso qualcun altro sa se il problema tocca tutti i macuser? Nel caso, provo con un altro template (temo che il precedente non sia più disponibile, mannaggia la miseria).

martedì 22 giugno 2010

Ufo.logia


Tracce

Ovvero, del fallimento della statistica. Ieri le abbiamo passate tutte: da Madre Teresa all'ambiente, dall'Unità d'Italia a Pascoli, da Dante alla privacy, passando per crisi economica, realtà virtuale, apartheid, Pascoli e millenarisimi vari. Nessuna, dico nessuna  di queste tracce è uscita oggi. Smentendo tutte le statistiche nazionali e anche le mie personali, che da anni, aiutando amiche delle figlie e figlie delle amiche, almeno un paio di titoli li ho sempre imbroccati. Naturalmente, trattadosi quest'anno della mia, di figlia, sono giusta giusta in predicato per passare dallo status di madre degenere a quello di sconosciuta. Comunque, perché un comunque ci sta sempre, Mussolini, foibe e il giacobbiano "siamo soli" sono lo specchio perfetto dei tempi e della scuola che vogliono.

sabato 19 giugno 2010

Tic Tac Tic Tac Tic Tac

Ventisei ore nel Chiantishire sono un piacevole intermezzo, se pur lavorativo, in una settimana troppo fitta di impegni. Ed è stato come fermare il tictac dell'orologio che ormai non porto più da anni. Ogni tanto mi domando perché. Mi piacevano gli orologi. Mi piacciono. Del Tissot disegnato da Sotsass, col suo cinturino rosso scuro, mi ero davvero innamorata, quel Natale che lo trovai, inaspettata sorpresa, sotto il primo albero della nostra vita insieme. Circondata come sono da oggetti che mi ricordano l'ora e mi rimproverano per i miei ritardi, al polso non lo porto più. Va beh, Chiantishire dicevo. Tempo lento. Lento pede. Vino, cantine, olio, profumi di lavanda, ginestre in fiore e una zuppa di farro commovente. Se è lecito commuoversi per queste cose. Lo è, via. E l'idea di vivere dove l'occhio si perde in un verde irreale. Che non so se ce la farei, ma intanto è bello sognarlo e raccontarsi una storia che è fatta di "facciamo che io ero e facciamo che tu eri". Come da bambini.

martedì 15 giugno 2010

San Silvestro, oh yeah

Che non è ancora la notte prima degli esami, per quella manca ancora una settimana. È comunque un lungo San Silvestro, tra consuntivi, riepiloghi, buoni propositi per l'anno che verrà, qualche progetto già in cantiere e feste che si susseguono senza che vi sia niente veramente da festeggiare se non una ritrovata e in fondo meritata spensieratezza.
I fuochi d'artificio son la scusa per uscire, giusto per ritrovarsi su un prato col naso all'insù, col ghiacciolo che appiccica le dita, mentre le luci intorno si spengono tutte insieme.
Alla ricerca del tempo perduto, nella speranza di ritrovarlo davvero.
E anche sul lavoro c'è quell'aria da rush finale, come se non ci fosse più tempo e come se quel gap tra l'agosto e il settembre sia per forza lo stargate tra un vecchio e un nuovo mondo.
Tracce di resistenza umana. Flebili. Labili.
Ce la posso fare.

venerdì 4 giugno 2010

Ci han la faccia come ** ****



"Non entrando in merito alle accuse mosse dal Pm [...] e che hanno portato al sequestro del mezzo, anche se l’uso risulta essere effettivamente commerciale e dunque il sequestro opinabile, si chiede se non si ritenga necessario assumere iniziative immediate per porre riparo al danno di immagine dell’Italia e far venire meno le conseguenze ingiustificatamente patite dai familiari del signor Briatore". Pietro Laffranco, vicepresidente del Gruppo parlamentare del Pdl alla Camera, nell'interrogazione presentata a Giulio Tremonti e Michela Vittoria Brambilla.

ma vaffanculo, va

Scommettiamo che

Non so bene a quanto stia la tartaruga di Kemp. Però pare che sia in testa al totoestinzione, tallonata o pinneggiata che dir si voglia dal tonno rosso. Su PaddyPower si scommette anche su questo, su quale specie sarà la prima a estinguersi dopo il disastro nel Golfo del Messico. Dicono che ci sia un altro filone di scommesse: il tototesta, tanto per capire qual è quella che cade prima. Ecco, lì qualche eurino, se lo avessi da sbatter via, lo punterei.
Comunque la faccenda di Cameron che si propone come consulente mi avrebbe fatto sorridere fino a qualche settimana fa, se non fosse che l'ho ascoltato in una conferenza a Las Vegas, e mi sono resa conto che davvero è un visionario. Ma non nel senso di Giovanna D'Arco. Guarda davvero avanti e anche un po' sotto [il mare, in questo caso]. Forte, comunque. Ha parlato a braccio per tre quarti d'ora, senza nemmeno uno straccio di appunto in mano, senza una slide, senza nemmeno un filmatino. Affabulatore. E poi ha pure accettato una sessione di domande e risposte che non finiva più, il che non è esattamente un dettaglio.
In ogni caso, visto il fallimento di ogni altro tentativo, anche le sperimentazioni sottomarine di Cameron hanno il loro bel perchè.


Comunque dalle parti di Padova han trovato nuovi cerchi nel grano.
Devolution aliena. Su per giù.