martedì 8 febbraio 2011

Leghe

Secondo la convinzione di mia madre e probabilmente dell'universo pedagogico dell'epoca, a mio fratello dovevano piacere, come in effetti piacevano, Melville, Salgari, Verne, e tutto quel coacervo dell'immaginario al maschile degli anni Sessanta fatto di Sandokan, Ivanohe, Robinson Crusoe, Capitani Coraggiosi, Figli del Capitano, Achab e Balene. A me, di converso, dovevano piacere, e in effetti mi piacevano, le Piccole Donne, anche quelle che crescevano e quelle che come Jo facevano figli. C'erano poi le Pollyanna, le Heidi, con qualche lacrimevole incursione verso la Capanna dello zio Tom. Poi andava a finire che i suoi libri li leggevo anche io, anche se la Pirla di Labuan non mi è mai stata tanto simpatica, lui, invece, rabbrividiva solo a guardare i miei. Tranne due, che non so per quale caso invece che a lui furono regalati a me: Il giro del mondo in 80 giorni e Michele Strogoff. E non glie li ho mai ceduti. Lui si tenesse pure Dalla terra alla luna e le 20.000 leghe. Ecco.

3 commenti:

  1. E' verissimo quello che hai scritto sulla narrativa per l'infanzia :)
    Una discriminazione molto netta tra quella per maschi e quella per femmine era d'obbligo.
    Bella l'immagine di Google per l'anniversario di Verne.
    Ciao,
    Lara

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  2. noi li avevamo tutti mischiati...oddio i miei li prendevano ma non li leggevano, i loro li prendevo e li leggevo... come a te con quelli di tuo fratello...:-)) Mag

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  3. Ciao Lara. Se non ricordo male c'er a proprio la letteratura per ragazze e per ragazzi nelle librerie più fornite. :)
    Ciao Margy. Nella camaretta che avevamo da bambini io e mio fratello avevamo ciascuno il proprio scaffale di libri. Per questo la divisione era d'obbligo. :)

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