lunedì 21 febbraio 2011

L'insostenibile leggerezza

Ho commesso una leggerezza, si giustifica oggi Giuliano Pisapia. Che gioca anche la carta strappacore della tutela degli affetti. Degli affitti, semmai. E non si rende conto che non fa altro che dare una mano a quell'odioso tuttugualitarismo che è così facile cavalcare. Che non fa altro che dare uno schiaffo a quei cittadini che per trovare una casa ad affitto decente - e non dico equo - non si rivolgono al sindaco o all'assessore, o all'amico del Trivulzio, ma seguono strade pubbliche, perché a loro le private scorciatoie sono precluse. Ci risparmi, per favore, Pisapia, la logica complottista. E pensi a come riguadagnar la fiducia di chi, alle primarie, aveva anche pensato di votarlo, pensando, per una volta, che almeno lui fosse diverso.

2 commenti:

  1. Mi pare che la sua risposta sia una spiegazione dei fatti e non una giustificazione. A mio parere, ciò che gli va contestato è la mancata tempestività nel lasciare quella casa all'indomani della vittoria nelle primarie (che fosse abitata dalla compagna o da lui poco importa, era coinvolto comunque).
    Riguardo alle scorciatoie a cui fanno ricorso i "sempre bene informati" concordo con te. Ma deve pur significare qualcosa l'uso della parola "sistema" per indicare la generale corruzione dei principi etici su cui dovrebbe fondarsi la civile convivenza, o no?
    Indubbiamente c'è un gran lavoro di pulizia da fare...

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  2. Vedi Mirì, il punto di questa faccenda è che se vai a scorrere la lista dei nomi e a chi sono in quota, l'unica cosa che ti vien da pensare è il "il più pulito ci ha la rogna di antica memoria. Pisapia fa bene a fare chiarezza, fa male a evocare la macchina del fango. Certo è che se queste cose le avesse dichiarate al momento delle primarie, ci sarebbe meno la sensazione che se non fosse scoppiato il bubbone tutto sarebbe rimasto sotto silenzio. A milano c'è un detto: "se la va, la gha i gamb", se va, ha le gambe. Che è quel che dice chi la fa franca. Ecco, questa è la brutta sensazione. Ed è una sensazione che non possiamo proprio permetterci.

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