domenica 6 febbraio 2011

Sciccherie culinare


L'altro giorno sono stata invitata a un pranzo di lavoro. Un pranzo di quelli seri. In un ristorante sciccosissimo. Lungo [il pranzo], che il cibo si assapora con calma, tanto che sono tornata in ufficio che erano ormai le quattro con una voglia di lavorare sulla quale preferire sorvolare. Il punto è che, sciccherie a parte, ho mangiato davvero bene. Tolto l'involucro, cioè, la sostanza c'era. E trascurando il fatto che per la prima volta nella mia zotica vita mi sono trovata davanti un pre-dessert che anticipava il vero commovente dessert, sublime è stato l'incontro con un risotto allo zafferano come è difficile trovarne persino a Milano. Giallo davvero, coi pistilli nascosti tra i chicchi di riso, con l'aroma del brodo di carne nascosto nell'onda e quel boccone di animella al centro, inseguito come ultimo cadeau trionfale, prima di appoggiare finalmente il cucchiaio. Ora, dopo tanta meraviglia, ho la certezza che Andrea Berton sia davvero bravo. Ho meno certezze su quanto mi è stato raccontato dal punto di vista lavorativo. Mi sento molto Montalbano in questo: cibo buono e chiacchiere hanno bisogno ciascuno del suo momento. Farli coesistere è impresa ardua. E questa volta ha vinto il cibo.

3 commenti:

  1. Beh, fa piacere gustare delle "sciccherie"!

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  2. Slurp.
    Non è corretto far venire fame a quest'ora. Vergogna.

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  3. Devo dire che è stata proprio una cosa sciccosissima e nel contempo buonissima. Un momento di misticismo del palato :)))

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