lunedì 23 maggio 2011

Non si uccidono così anche i cavalli?


Sono stata a Ferrara. Come ogni anno. Due giorni di sorrisi, di strette di mano, di garruli come va, di chiacchiere, di parole parole parole parole. Di incontri. Di bla-bla-bla. La mia collega non smette di parlare. Mi racconta duemila aneddoti di persone delle quali non ho la più pallida idea. Conosce tutti, lei. Credo sia convinta che io sia autistica. Ma no, non so come si chiama la nuova segreteria dell'area commerciale. Non so che faccia abbia l'omino del caffè. Il collega che incrocio sulle scale e che saluto, non so esattamente per quale divisione lavori. Men che meno se è sposato, se ha figli, e quale di loro ha recentemente avuto la varicella. Non-lo-so. E francamente non mi importa nemmeno di saperlo. Tu tiri su muri, velatamente mi accusa. Muri, paletti, steccati, può darsi. Delimito confini. E' questione di tempo. Non ne ho abbastanza. E' questione di voglia. Non ne ho punta. E' questione di salvaguardia. Il caffè della macchinetta mi fa normalmente schifo. Moltiplicarlo per il numero delle persone che normalmente gravitano intorno alle nostre scrivanie mi provocherebbe una gastrite fulminante. Definitiva.

In foto: il secondo raccolto. Il resto se lo mangeranno i merli in settimana. Sempre che non ne abbiano avuto abbastanza. 

3 commenti:

  1. capita, ognuno è libero di non voler che si invada il proprio spazio....

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  2. Ciao Zefi. Giusto, capita. Soprattutto capita che uno (io cioè) non è che abbia tutta questa ansia sociale da soddisfare. :)

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  3. peccato stare lontane: avrei aiutato i merli volentieri! (ody)

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