sabato 8 giugno 2013

Casalinghitudini Antiche - Visite





Sono di una generazione che non ha conosciuto le visite di cui parlava Colette Rosselli. Quelle in cui ci si preannunciava o ci si invitava con adeguato anticipo, quelle per le quali non ci si poteva presentare - e comunque mai a mani vuote - prima di una certa ora né ci si poteva trattenere dopo un'altra, quelle nel salotto buono di casa, con o senza copertura di cellophane sulle sedie. Grazie al cielo no.
Già per i miei genitori, le visite e gli inviti sono sempre stati quelli del cuore, dettati dal desiderio di incontrare parenti o amici di famiglia più che dal peso della circostanza.
E così è per me. Casa è sempre aperta per amici e parenti e non è raro che amici e parenti si conoscano ormai talmente bene da far si che le condizioni per incontri comuni siano tutt'altro che rare.
Con gli amici, va da sé, la formula è quantomai semplice - "Da noi o da voi?", mentre è chiaro che con i parenti più anziani il riguardo del preavviso sia solo per accertarsi che umore e salute consentano le visite.
Da ragazzi era lo stesso. Mia madre non ha mai posto veti all'andirivieni degli amici, né a inviti a cena improvvisati, e nemmeno, devo dire, veti ci son stati posti dagli altri genitori del gruppo. Ed è forse per questo che ci consideriamo come una grande famiglia allargatissima.
Mia madre ricorda ancora il mese di luglio del 1982, quando lei e il papà partirono per quindici giorni di vacanza lasciando la nonna, che all'epoca aveva 83 anni, alle cure mie e di mio fratello. In realtà ci curavamo a vicenda, ma questa è un'altra storia.
Pensando di fare cosa furba, decisero di rientrare proprio la sera dell'11 luglio, nella certezza di non trovare traffico verso Milano.
Traffico non ne trovarono, in effetti, e quel che videro entrando in casa fu una sala invasa da una ventina di ventenni, la nonna in mezzo seduta in poltrona, e un tifo scatenato al secondo gol di Tardelli e il delirio dopo quello di Altobelli. Il resto è storia, compresa una bandiera cucita lì per lì, e la mitica spaghettata dopo la festa in piazza.
Forse non era una visita convenzionale, secondo l'antico senso del termine. Di certo lo fu a sorpresa.



«Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile, evviva è finita! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!!!» [Nando Martellini - 11 luglio 1982]

p.s. Mi sono resa conto adesso del fatto che noi non vincemmo contro la Germania, bensì contro la Germania Ovest. Quanto tempo è passato eh?

9 commenti:

  1. Anchr i miei genitori sono così più socievoli e meno condizionati... io non ho mai avuto la sala con le sedie ma sempre con il divano e questo non è poco...

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    1. La nonna aveva un'anca bloccata dopo un incidente in tempo di guerra. Per lei era impossibile sedersi in poltrona, men che meno sul divano. Per questo avevamo per lei una sedia alta, imbottita e comoda perché si sedesse con agio.
      La nostra aala aveva anche l'angolo pranzo, per questo in ogni caso le sedie c'erano

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  2. Non facevate visite?????? Non posso crederci, non hai anche tu l'imprinting di questa tortura ? Che si fa? Ti cancelliamo dal gruppo?:)) (Ody)

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    1. Urca, radiata per assenza di imprinting. Grazie al cielo poche e rare, tanto da non aver lasciato il segno. Che faccio? Mi fustigo da sola? :)))

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  3. Questa cosa del 'mai a mani vuote' era vera anche per me. Forse perché le poche visite si facevano o per Natale e Pasqua, e in quel caso si portavano le cose fatte in casa per la festa, o in occasione di malattie e lutti. Ai malati frutta, ai parenti dei defunti zucchero e caffè

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    1. Esatto, comunque, anche se di "andare a trovare" si trattava, spesso le mani non erano vuote. Una torta fatta in casa, il Vov della nonna, il formaggio comprato in montagna (questo al rientro delle ferie) erano piacevoli e golose consuetudini

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  4. Anche casa dei miei aveva spesso la porta aperta... Atapo

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  5. l'idea della torta da portare quando si andava a fare visita...me la ricordo magnificamente...era quasi sempre un ciambellone..odoroso di limone e vaniglia....mmmmm ciao sandali...sono orologettanuova.

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