venerdì 6 febbraio 2009

Libro.maniac

A guardarmi un po' da fuori, devo dire che un po' ridicola mi ci sentivo. Perchè io a quell'incontro lì non ci sono andata come si va a un appuntamento di lavoro. Anzi, in realtà ero anche un po' in difficoltà, come quando sai che dovresti fare quella distaccata-obiettiva-e-pressochè-indifferente, ma sei perfettamente consapevole che tutto riuscirai a essere fuor che neutrale. E ho rotto anche le scatole alle organizzatrici per strappare quei cinque minuti faccia a faccia, conscia del fatto che quello che avevo da chiedergli lo avrei potuto anche domandare pubblicamente, e in fondo volevo solo dirgli grazie. E va bene, che non stiamo mica parlando del Mahatma, per me Anobii è stato davvero amore a prima vista. Un invito a giocare al gioco delle infinite possibilità. Il domino senza fine. E poi uno può anche fare della facile e grassa ironia su alcune mie manie. Pas des problemes. Di chiunque, sono certa, posso rispondere che quella mia per i libri fa pari e patta con un'altra che "affligge" lui.
Detto questo, lui, Greg Sung, è esattamente come iconografia vuole. Giovane, non ha trent'anni ma in fondo ne potrebbe anche avere qualcuno in meno, easy, con le sue scarpe da tennis e la camicia viola, probabilmente simpatico. Ti dà l'aria di quello che ha iniziato per gioco e ha scoperto che il gioco poteva anche diventare grande. Come un ohibò davanti a qualcosa di inatteso. E adesso, in effetti, il gioco diventa business, il business diventa lavoro e allora arriva anche la parte un po' più noiosa. Tipo il dover parlare di soldi. Tipo il dover ragionare di sostenibilità. Tipo, mi immagino io, il dover fissare quel paio di paletti che a qualcuno potranno sembrare ostacoli: niente pubblicità e quel genuinità ripetuto così tante volte da sembrare un mantra. Perchè, ecco, quello del businessman è un vestito che sembra stargli ancora un po' larghino. E non nomina nemmeno una volta il revenue share, nonostante è da lì che arriveràla famosa sostenibilità. Alla fine lui sembra proprio quel che racconta di essere. Uno che si è alzato una mattina curioso di sapere chi a Hong Kong avesse letto il suo stesso libro, uno che si affanna per trovare il sistema per evitare di metterci secoli a inserire i libri senza ISBN (è quasi pronto!), uno che come te si addormenta con il profumo delle pagine stampate sul cuscino. 

1 commento:

  1. Pari patta? Se dovessi scegliere tra avere la tua mania per i libri e la mania di qualcun altro per le slot machines (voglio esagerare), non sarei preso da un dubbio molto atroce.

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