mercoledì 20 febbraio 2013

Tom Sawyer e Huckleberry Finn non abitano [mica] qui



Gli ingredienti ci sarebbero quasi tutti. I ragazzini. L'estate. La voglia di andare. La campagna. I falò di notte. La capanna sul fiume. La barca sul fiume. Il fiume. Il fiume soprattutto.
Però per fare di Un'estate da Giganti una rivisitazione in chiave belga (ora che ci penso anche la Nothomb è belga, no?) di Tom Sawyer manca l'ingrediente fondamentale: quella spensieratezza che rendeva lievi le avventure dei due ragazzini di Mark Twain e che qui sembra del tutto assente.
Perché in un mondo adulto che si distingue per assenza o per schizofrenia, gli sprazzi di ilarità dei ragazzi, che pure ci sono, sembrano artatamente entusiasti, volutamente sopra le righe.
Loro, i tre ragazzi, sono bravi però. Davvero.
Gli 84 minuti del film sono quelli che ci volevano. Uno in più sarebbe stato troppo.
Giàil fiume scorre lento. E non ci sono cascate ad accelerarne il corso.

4 commenti:

  1. di quando l'ho visto mi ricordo di due cose: la fotografia che ho adorato e quella malinconia che mi son portata dietro per un po'.

    ps: ma tu hai anche un posto tipo cinema che fa il cineforum? No perchè se è così potrei stanziare a milano più spesso.

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  2. Eccertochesì Dani. La prossima volta evitiamo vi a Porpora, va. E ti porto al cineforum. (magari dopo un aperitivo all'ostello bello)

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  3. ma lo sai che ci pensavo (a Huck Finn) un paio di giorni fa, vedendo un pesce gatto (mitico!) la Fish Market di WAshington DC?. che telepatia

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  4. Huck Finn resta una pietra miliare, così come il "gattuccio".

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