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martedì 18 febbraio 2014

Crisi di Identità

In questo momento sto seguendo un certo numero di progetti che appartengono a rami diversi dell'azienda.
Di conseguenza, sullo schermo del mio pc ci sono aperte le finestre di tre differenti siti di amministrazione, sui quali ho eseguito l'accesso con altrettanti account, di tre canali YouTube, sui quali opero con account diversi, per non parlare delle caselle di posta: personali (una), lavorative (due), di redazione (due).
Ogni tanto, inquietante, arriva il messaggio: "Sembra che tu stia operando con un account diverso da quello con il quale hai effettuato il login. Conferma la tua identità".
Già. Chi sono io?




venerdì 6 dicembre 2013

Calendario dell'Avvento - 6



(un Calendario dell'Avvento in forma di post: ci ha pensato Ody, io ho aderito insieme. Per sapere come funziona e chi altri vi sta prendendo parte, basta seguire il link. L'adesione è libera, anche randomica, anche a calendario iniziato)

Questa volta il contenuto della casellina è tutto per me.
Ora che l'acquisizione - o la cessione, a seconda di come la si vuole leggere - è stata finalmente annunciata, mi voglia fare il dono dell'ottimismo.
In ufficio c'è chi si dispera, chi si arrabbia, chi è contento, chi è fatalista.
Io ho deciso che non ho nessuna intenzione di far vincere il malumore e il pessimismo. Visto che chi ci acquista ha messo sul piatto non certo pochi spiccioli per rilevare un ramo d'azienda che alla fine conta quasi 180 teste e visto soprattutto che non di fondo si tratta, bensì di un imprenditore, voglio regalarmi il lusso di sperare che forse per lui saremo rilevanti. Funzionali a fargli fare il salto quantico. Importanti.
E voglio sperare che ci creda anche lui.

venerdì 15 novembre 2013

Ikea Family

Succede che, di ritorno da un appuntamento fuori sede, uno si trovi a passare davanti all'Ikea.
Succede che si ricordi che la comfort zone del gruppo di lavoro in ufficio sia da qualche giorno drammaticamente sguarnita.
Succede che oggi sia una giornata particolarmente uggiosa e che dunque quell'una persona che casualmente passa davanti all'Ikea decida di porre rimedio alla cosa.
Quindi entra e fa man bassa di biscotti e crackers in diverse forme e declinazioni.
Inclusi i biscotti a forma di lettera.
Che come ogni cosa acquistata all'Ikea richiedono un conseguente montaggio.

Come questo, che esprime tutto l'ammore che circola da queste parti


giovedì 14 novembre 2013

Di Navi, Topi e Capitani

Alle 15 convocazione per tutti in Sala Mensa (S e M maiuscole per nobilitare un luogo dove neppure il riso bollito ha più dignità) per il commiato al Magnifico Direttore (M e D maiuscole per lasciar briglia sciolta su tutti i possibili acronimi alternativi) che torna alla Casa Madre (come sopra), mentre qui pare prossima la firma dell'accordo che ci cederà a un per ora ignoto acquirente.
Discorso di circostanza, commozione di circostanza, strette di mano di circostanza, pasticcino di circostanza.
Mentre sto per tornare alla mia scrivania, una collega bofonchia: "Ma il capitano non era l'ultimo a lasciare la nave?".
"Schettino ha riscritto la storia mia cara", rispondo voltandomi.
Per fortuna MD non ha colto l'ovation. Perché standing lo eravamo già.

martedì 12 novembre 2013

1-2-3-4-5-6-7-8-9-10 e di nuovo 1-2-3......

- G.C. (Grande Capo) ti ho inviato il documento
- Quale documento?
- Quello che venerdì mi hai chiesto di avere assolutamente entro martedì
- Non ricordo
- Il progetto di ridisegno del sito
- Ah si, vero vero. Bene, dopo lo guardo

Peccato che il tono della mail inviata venerdì in copia a duemila persone fosse tutt'altro che vago [ ti chiedo di farmi avere un documento entro martedì prossimo che sintetizzi la nuova visione del prodotto e che sia il presupposto per la discussione - rapida - del nuovo progetto] e che il subject della suddetta mail citasse, tutto in maiuscolo: EXTREMELY URGENT.
Adesso l'Extremely Urgent Project è pronto e io, quando avrò finito di contare, lo inoltrerò con priorità massima a tutti i duemila destinatari da te messi in copia. E suppongo che vorranno discuterlo. Con la stessa estrema urgenza. Naturalmente con te.

mercoledì 16 ottobre 2013

Un mercoledì da leoni [+ o -]

Non c'è paragone tra la corrente di amore che in questi giorni sta accompagnando dentro e fuori la Rete (quella con la R maiuscola) il saluto terreno a un uomo che sapeva davvero sorridere con il cuore e tutto quanto si sta invece muovendo dopo la morte di chi si è sempre sottratto alle sue responsabilità, negandole, e oggi nessuno vuole.
E nella mia ingenuità, mi piace pensare che entrambi riescano a capire cosa sta succedendo qui, e sorrida, l'uno, del bene che ha lasciato e che oggi abbraccia la sua famiglia, e l'altro senta il disprezzo di chi non può, né vuole, dimenticare. 


Sfogo concluso, giuro.
Anche se domani mi tocca il passaggio più difficile, lavorativamente parlando, di questa settimana, per lo meno lo so che partirò col piglio giusto.
In primo luogo perché oggi ho firmato il contratto, assicurandomi (compatibilmente con i chiari di luna attuali) altri 365 giorni di continuità lavorativa. Non che fossi in ansia, ecco, però adesso sono più tranquilla. E comunque ha premiato proprio il don't panic che mi sono imposta. Ho accuratamente evitato di pensare, di ricordarmi, di appuntarmi la scadenza imminente, scegliendo di fidarmi di chi stava seguendo la cosa. E ha funzionato. Per fortuna.
E poi, ed è questo il secondo motivo di ottimismo, settimana prossima ricomincia il cineforum. Che io lo so che tra passaggio al digitale, e difficoltà nel lavorare con il Comune la questione non è stata semplice. Però mi mancava. E in fondo sì, qui l'ansia l'avevo che potesse non andare in porto o che potesse passare in mano a qualcun altro diverso da chi ha lavorato negli ultimi anni.
E invece ala fine si parte.
Il programma pare sia ancora top secret, ma qui si compra a scatola chiusa.
Da quel poco che son riuscita a intuire si parte con Albanese, per poi passare a Rush. Gloria e Bling Ring sono in cartellone, questo lo so. Quando, chissà.

Quindi domani ce la posso fare.
Ho detto.

martedì 18 giugno 2013

Le Lettere e i Giorni - Lavoro / Me

In ritardo sul tema di ieri, sapete com'è... il lavoro, me la cavo di nuovo con due in uno.
Del resto, in tempi di spending review ci si arrangia come può.
Perdonatemi, suvvia.



In realtà, celie a parte, la questione per me si pone eccome tra il farci e l'esserci. Si fa il medico o lo si è? Si fa la maestra o la si è?
Nel mio caso io sento di essere ciò che faccio e a distanza di... quanti? boh, venticinque, ventisette anni dalla mia prima volta ancora oggi non riesco a immaginare un futuro diverso per me.
Eppure ci sono arrivata per caso. Non sono di quelle che il sacro fuoco se lo son sentite da bambine. Mai nemmeno scritto per il giornalino della scuola, tanto per capirci. In fondo cercavo solo un lavoretto che mi consentisse di guadagnare qualcosa mentre finivo l'università. E quel posto in quell'agenzia sembrava fatto su misura per me. Poche ore al mattino, in pieno centro a Milano, così che appena finito riuscivo a scappare a lezione o a lavorare sulla tesi.
Appena laureata, poi, me lo ricordo ancora quel colloquio presso la sede di uno dei più prestigiosi orafi italiani, con il selezionatore del personale che mi parlava di orari, mansioni, vincoli di riservatezza, e intanto mi chiedeva con insistenza "ma lei intende avere figli"? Non avevo ancora venticinque anni, all'epoca, che ne sapevo del mio futuro. Così risposi che se era un certificato di sterilità quello che mi stava chiedendo, non ero in grado di darglielo. E tornai in agenzia, dove il titolare - di questo glie ne sarò grata sempre - mi aspettava per offrirmi un contratto a tempo pieno. Un contratto che non aveva tirato fuori dal cassetto per lasciarmi libera di capire che cosa volevo davvero essere, non cosa volevo davvero fare.
In questi anni il mio lavoro mi ha portato in giro per il mondo, ma soprattutto mi ha permesso di conoscere un mondo di persone. E dopo anni è bello pensare, ogni volta che preparo la valigia, se incontrerò l'amico Tiger Man da Israele, o il collega sudafricano, che un po' scrive un po' produce il vino delle sue vigne, o ancora Paolo, di Toronto, con il padre italiano e comunista, che ogni volta mi domanda di Mr. B.
Certo, i tempi sono duri, e il mio/nostro lavoro è talmente cambiato che diventa sempre più difficile sostenerlo. Tra cattiva fama e salari da fame (come si fa, ditemelo, a pretendere di pagare 5 euro ad articolo, sperando di ricevere in cambio lavoro di qualità nel pieno rispetto di tutte le regole di controllo e verifica che la deontologia richiede? E come si fa, ditemi di nuovo, ad accettare questi compensi senza rendersi conto che comunque non ci si vive e che nel contempo si ammazza una professione?) siamo come i famosi avvocati incatenati in fondo al mare del film Philadelphia: un buon inizio. :)